Ciao Giorgio
La vita è un dono e la morte è sofferenza devastante del distacco per chi resta.
Lunedì 18 settembre, dopo una lunga malattia, è tornato alla Casa del Padre, Giorgio Ruberto. L’ho incontrato qualche mese fa, profondamente toccato dalla malattia. In quel giorno mi colpì il suo sguardo: uno sguardo di una serenità sconvolgente. Non avevo mai visto in lui uno sguardo così bello e così dolce.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come una brava persona, che nonostante le difficoltà del quotidiano vivere si è adoperato per il bene della sua famiglia, una famiglia che è rimasta unita nella gioia e nel dolore.
Che Nostro Signore ti accolga in paradiso e porti conforto alla tua amata moglie e al tuo caro figlio Guido per la sofferenza per questo distacco dalla persona amata.
La morte come diceva Totò “è una livella”. Ci pone davanti a un fatto oggettivo di fronte al quale diveniamo tutti uguali: non c’è ricco o povero, famoso o perfetto sconosciuto, sapiente o chicchessia che ne sia esente.
Un giorno una ragazzina di soli 10 anni di fronte alla domanda “c’è un personaggio famoso, cantante, youtuber che ti piacerebbe conoscere?“. E lei mi diede una risposta davvero disarmante: “ogni persona è sempre semplicemente uomo/donna”.
Il valore del senso dell’essenzialità: anche il presidente della Repubblica, l’uomo/la donna più ricco/ricca o bello/bella, il più capace,…è semplicemente una creatura di Dio che nasce e che muore, ma destinati all’eternità.
Anche se non sappiamo quando ma la vita resta sempre e comunque una grandissima avventura da vivere e gustare in pienezza.