Ci prepariamo alla “Fine”

Commento al Vangelo di don Pieralbert D’Alessandro

La liturgia di questa domenica, i cui accenti già preludono al Tempo dell’Avvento, è intrisa di speranza e di consolazione, con un pizzico di linguaggio apocalittico.

Dopo quella tribolazione – così inizia il Vangelo – viene descritto lo svolgimento di una catastrofe cosmica, è come dire, che è in atto un evento divino.

Su tutto prevale la consapevolezza e la speranza che l’avvenimento decisivo, il senso ultimo della nostra vita e di quella dell’intera umanità, non sono ancora perfettamente avverate, ma stanno per esserlo, in relazione alla venuta del Figlio dell’uomo.

La grande notizia del Vangelo è che Gesù si è offerto per la salvezza di tutti. In lui le promesse di Dio si sono compiute. Così si offre allo sguardo degli eletti la figura vittoriosa di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. I segni della morte non ci sono più; Cristo ritorna vincitore.

Ecco la novità che è stata preparata per coloro che hanno saputo affrontare la battaglia della fede, resistere alla seduzione dei falsi profeti, rimanendo tenacemente ancorati alla parola di Cristo, e soffrire per la causa del Vangelo.

Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti”. Il tempo della prova avrà fine. La speranza dei credenti è rivolta verso questa grande liberazione. Vengono indicati i segni “quando il fico mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina”, l’avverarsi di questi eventi.

Ciò che importa è la certezza della sua venuta finale e la necessità della perseveranza nel bene. Per questa sua venuta gloriosa, Gesù impegna se stesso con una solenne affermazione: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Impegniamoci nel fluire del tempo, sapendo di essere costruttori della storia della salvezza, insieme con Cristo.

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