Chiesa e Cappella rurale di San Lorenzo a Vasto
VASTO. Situata nell’omonima frazione, la chiesa risale circa al 1876, quando venne edificata una cappella alla Madonna della Salette, per volere del cardinale Tambelli del Capitolo di Vasto, ristrutturando un tempio del Medioevo già esistente, dedicato appunto a san Lorenzo. La chiesa era frequentata dai viandanti e dai pastori che, nel periodo della transumanza, seguivano l’antico tratturo a mare per arrivare a Foggia.
Dopo anni di abbandono, negli anni ’60 è stata ampiamente restaurata, snaturandone il contesto antico per lasciar posto a uno più moderno, di stile composito, con l’esterno rivestito in mattoncini. L’interno arricchito dai bei dipinti di Cesare Giuliani, come il Martirio di san Lorenzo e Il Cenacolo degli Apostoli.
La storia dell’antica Cappella rurale di San Lorenzo di Giuseppe Catania http://noivastesi.blogspot.com/2015/07/la-storia-dellantica-cappella-rurale-di.html (leggi)
Il 4 luglio 2013, dopo i lavori di restauro affidati all’arch. Francescopaolo D’Adamo, è stata riaperta al culto l’antica chiesetta rurale di San Lorenzo, situata in una
amena zona sul percorso del tratturo, la “via verde”, dove si svolgeva il transito delle pecore, la “transumanza” che dall’Abruzzo raggiungeva la Puglia rigogliosa di pascoli.
Nel 2004 venne lanciato un primo appello affinchè l’antico edificio di culto tanto caro ai fedeli vastesi venisse salvato dall’abbandono e dal degrado. Venne interessata anche la Soprintendenza che aveva imposto il vincolo, a seguito dei sopralluoghi eseguiti dai tecnici del Comune di Vasto.
L’iniziativa andò avanti negli anni e grazie all’interessamento dal Parroco della Parrocchia di San Lorenzo, Don Antonio Bevilacqua e l’affidamento dei lavori all’architetto Francescopaolo D’Adamo per il recupero e le messa in sicurezza, la Cappella rurale di San Lorenzo nel 2013 è stata riaperta al culto.
Una storia antica
La Cappella Rurale di San Lorenzo ha una antichissime storia e già nel 1542 si ha notizia della sua esistenza nelle memorie di Nicola Alfonso Viti che attestava essere ancora in piedi, secondo quanto risultava anche nel “Revele dei luoghi pii di Vasto del 1742” che evidenziava non essere le rendite assegnate alla cappella, forse perché in rovina.
Solo nel 1786 la cappella venne riedificata nuovamente nello stesso luogo in cui sorgeva la precedente dedicata a San Lorenzo martire, sotto il patronato del Barone Giuseppe Tambelli, nel bosco che fiancheggiava il fratturo. Se ne ha memoria in una iscrizione posta sull’arcale della cappella: D.O.M. TEMPLUM HOC DIVO LAURENTIO MARTIRY DICATUM, PRAEVIO AERE DOMINO JOSEPHO TAMBSLLI HUJUS CIVITATIS VASTI IMMUNITATE NON GAUDET, ANNO DOMINI MDCCLXXXVI
In seguito, come ricorda lo storico Luigi Marchesani, risultò “rimasta isolata e del casino del Tambelli divisa”. Infatti, in mezzo al bosco esisteva una palazzina munita di torretta e provvista di cisterna per attingervi l’acqua, già di proprietà dei Peppi e dei Ricci, come attestato in un rogito del Notaio G.B.Robis del 15 febbraio 1542.
Tale proprietà venne successivamente acquistata dal Marchese Cesare Michelangelo D’Avalos che fece ristrutturare il palazzo, adornandolo di “balconi di ferro indorato e di cristalli di Venezia.” L’altra torretta, a pianta quadrangolare, provvista di nicchie, venne costruita sul sito dove esisteva già la cappella rurale di San Lorenzo, di proprietà del Tambelli, ma del tutto divisa da quella precedente.
Un tempio di culto tanto caro al cuore dei vastesi residenti nella contrada san Lorenzo, retto lungo il percorso tratturale, ed ora sulla strada provinciale, carico di storia e di spiritualità e ricordi legati alle antiche tradizioni popolari, cui i vastesi sono profondamente legati e sorretti da profonda e sentita devozione verso il Santo Martire del III secolo, ora ha riaperto.
Al Santo Martire Lorenzo, nativo di Osca, in Spagna, i vastesi sono molto devoti e nella ricorrenza della festività, ne esaltano la fedeltà, l’obbédienza,1a carità, la saggezza e l’eroismo con cui seppe affrontare il lungo martirio sul letto di ferro rosseggiante di ardente fuoco.
I tesori di santa Madre Chiesa
Non a caso, Dio che è l’Amore e bellezza infinita per eccellenza, è senza ombra di dubbio il più grande ispiratore delle più grandi opere d’arte al mondo. E se pensando a come dei semplici blocchi di marmo sono diventati ad esempio opere come il Cristo Velato e la Pietà di Michelangelo si può provare a immaginare la fede dei dei suoi autori. Quanto stupore ha saputo suscitare nelle mani d’uomo il figlio di Dio?
Santa Madre Chiesa ha un incredibile patrimonio di opere d’arte che avvicinano l’anima dell’uomo a Dio. Ogni martedì pubblicheremo uno di questi patrimoni.
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