Chiesa di San Nicola della Meta a Vasto

http://noivastesi.blogspot.com/2019/05/domenica-vasto-la-tradizionale-festa-di.html

(Articolo di Lino Spadaccini)

La piccola cappella di S. Nicola della Meta sorge in bella posizione panoramica che guarda verso il mare a nord-est di Vasto sul finire di via Santa Lucia. Sconosciute le origini della chiesa, le prime  notizie risalgono al 1644 al tempo dello storico vastese Nicola Alfonso Viti. Restaurata nel 1875, dopo quasi quarant’anni di totale abbandono, per l’interessamento e la devozione della famiglia Miscione, la chiesa fu inaugurata e benedetta, con una solenne funzione sacra, con l’intervento delle autorità cittadine e migliaia di persone accorse per l’occasione. Al termine della celebrazione, il simulacro venne portato in processione in mare sopra le paranze.

A completare l’opera di restauro, quattro anni dopo, venne realizzato, su disegno di Alfonso Celano (l’autore del bozzetto del monumento a Gabriele Rossetti) una piccola stanza annessa alla cappella, per maggior comodità del sacerdote, che in questo modo si sarebbe potuto recare in chiesa anche nei mesi invernali. Nonostante la riapertura della chiesa, per circa trent’anni  la processione in mare non venne più ripetuta.

Nel 1903, come sottolineato dal periodico localeIstonio, si volle rinnovare la festa del primo anno e la statua del Santo, imbarcata nel piccolo porticciolo detto della Meta, processionalmente, seguito dalle altre barche, arrivò fino in direzione  della stazione di Vasto Marina, accolta da una folla immensa accorsa sull’arenile.

Lo spettacolo era grandioso e commovente”,  si leggeva sulle colonne del settimanale vastese, “sotto il bel sole di maggio, il mare cullavasi lene lene, terso come uno specchio, e le bilancelle, che formavano un gruppo pittoresco, solcavano l’onde a vele spiegate, favorite dal vento che le faceva scorrere come sulla superficie di un lago. Alla spiaggia, dove già trovavasi una folla immensa di popolo, tutte le imbarcazioni si sono allineate e la statua del Santo è stata deposta e poi consegnata ai marinai di tutte le paranzelle, i quali per turno dovevano portarla processionalmente».

Altri interventi di rilievo sulla chiesa, vennero effettuati nell’estate del 1959, con il rifacimento del tetto, il prolungamento dell’abitazione di metri 2,30 e lo spostamento del campanile, come lo si vede oggi, a spese del Genio Civile di Chieti.”La piccola chiesa di S. Nicola anche oggi è lì, a guardia del mare, scriveva il giornalista e storico vastese Alfonso Sautto negli anni ’30, “ad essa volgono gli occhi i marinai quando sulle loro fragili barche si allontanano dalla riva; il loro sguardo è preghiera ardente al Santo che li protegga dalla tempesta in alto mare! Ogni anno, quando la terra era tutta una primavera di fiori e di armonia, quando i prati si coprivano di margheritine rosse e bianche, in un giorno di domenica la statua di S. Nicola veniva portata per una settimana nella Cattedrale della Città e, nella domenica successiva, dalla spiaggia della stazione ferroviaria, e per mezzo delle barche da pesca, veniva ricondotta alla sua cappella“.

Il giorno della festa nella piccola spianata era sempre piena di gente festante tra gridadei venditori della fiera, i suoni dei fischietti e delle trombette dei bimbi, le mille voci diverse della fiumana di popolo rendevano quel solitario luogo una bolgia infernale“. Sicuramente suggestiva, la processione in mare, a causa di difficoltà tecniche organizzative ed anche per motivi di sicurezza, molte volte è saltata. Una delle processioni rimaste memorabili è senz’altro quella del 1974, a causa delle numerose polemiche che ne sono seguite.Il giorno della vigilia della festa, la statua di San Nicola venne portata processionalmente fino a Vasto Marina, per essere condotta all’interno della chiesa di Stella Maris per la tradizionale benedizione alla statua del Santo. Ma i fedeli quella volta trovarono un’amara sorpresa: la porta della chiesa rimase chiusa e non ci fu verso per farla aprire. “Ci son state proteste contro i frati“, riportò il periodico Vasto Domani dell’epoca, “che hanno fatto sapere che a quell’ora si doveva celebrare un matrimonio e non era quindi possibile, in coincidenza, fare entrare i fedeli con la statua, in chiesa, per la benedizione. Reclami, proteste, non hanno deposto bene per la serietà della spontanea, secolare, suggestiva manifestazione religiosa in onore di S. Nicola“. Al Santo Taumaturgo, il poeta vastese Nicola Del Casale ha dedicato un bel sonetto inserito nella raccolta “PârleluVuašte“:
LI PÂLLE DE SANDA NICHÉULE
Lu puasturuäle, nu luëbbre e ttréppâlle,Sanda Nichéule uârd’accapabbâlle.Nghe ll’addraméne, du dàjte arizzäte,päre ca dëjce: – Che bbélla sunuäte!
‘Stavë’ ‘ndisciàjse, a ccuscë’ sdirrupuéte,gna trambijâjje jë’ sopr’a ‘sti prète,’nderre u a mmäre si ccâsche ‘sti pâlle,gna l’ariccojje da ‘stupétistâlle?
Vü’ ci ridàjte. ‘Ntinàjte cuscinze!Quâttre, a scalalle, mi pòrtene a spâlle,quâttre furzende a sbandä’ de schininze.
Jàtele a ddëjce a chi j’é de cummânne:spiäne la vëjje nghe ssanda pacinze!Ca jë’, si ccâsche, a lu ‘mbuerne le mânne.-

I tesori di santa Madre Chiesa

Non a caso, Dio che è l’Amore e  bellezza infinita per eccellenza, è senza ombra di dubbio il più grande ispiratore delle più grandi opere d’arte al mondo. E se pensando a come dei semplici blocchi di marmo sono diventati ad esempio opere come il Cristo Velato e la Pietà di Michelangelo si può provare a immaginare la fede dei dei suoi autori. Quanto stupore ha saputo suscitare nelle mani d’uomo il figlio di Dio?

Santa Madre Chiesa ha un incredibile patrimonio di opere d’arte che avvicinano l’anima dell’uomo a Dio. Ogni martedì pubblicheremo uno di questi patrimoni.

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