Chiamati a convergere
Quinta settimana del Tempo Ordinario – Mercoledì
Santa Scolastica, vergine – MEMORIA
Commento al Vangelo di Marco 7,14-23
A cura di Don Giovanni Boezzi
Carissimi, Gesù spiega ai suoi discepoli che alla base della parabola si trova l’immagine dei cibi, i quali vengono introdotti nell’uomo dall’esterno, andandosene per la loro via naturale. Il mangiare e l’eliminare i cibi non hanno nulla a che vedere con la “purità” intesa in senso morale e religioso.
L’insegnamento di Gesù viene ripreso dagli apostoli: “Tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera” (1Tim 4,4-5).
Pur valutando positivamente la creazione, pur apprezzando l’uomo e la sua rassomiglianza con Dio, l’esperienza del mondo ci dimostra che la creatura umana è affetta da un’oscura e misteriosa inclinazione al male, sorgente dell’immoralità, del peccato e di ogni vizio. E a questo punto del vangelo segue un lungo catalogo di vizi, la cui sorgente è il cuore dell’uomo. Non è ciò che entra nell’uomo che lo contamina, ma quello che esce dal suo cuore. Ognuno deve dare importanza alla conversione radicale del cuore.
Per Gesù il cuore dev’essere pulito, libero, retto. Si tratta di creare una situazione interiore degna di Dio, perché è lì che egli si rivela e abita. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8). L’autenticità della vita religiosa si misura dal cuore, cioè dalle scelte libere che escono dall’interno dell’uomo. La santità non consiste in fatti esterni e superficiali, ma nella purezza del cuore.
Oggi prego con il Salmo 103.
_____________________________________________________________________________________________________________
Dal Vangelo secondo Marco (7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».