“Chi vogliamo servire?”
(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)
Le Letture appena ascoltate sono un invito inevitabile a prendere posizione, a schierarsi o da una parte o dall’altra, a decidere chi si vuole veramente servire.
Nella Prima Lettura vediamo espressa questa richiesta di Giosuè al popolo: “Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate”.
L’incontro con il Signore impone delle esigenze, impone inevitabilmente una scelta, da che parte stare: «Scegliete oggi chi volete servire».
«Scegliete a chi volete appartenere»: non possiamo edificare la nostra umanità se non a partire da un’unica certezza che abbraccia tutto, e ti riconcilia con tutto. «Senza di Te non ho alcun bene».
L’uomo è per natura «attesa di», «bisogno di», «rapporto con», sente di non poter bastare a se stesso ed è aperto ad una Presenza che non lo tradisca. O si è figli di un Padre o si è schiavi di un padrone: «Scegliete oggi chi volete servire», qual è il Dio a cui piegare il capo.
L’incontro con Cristo è l’inizio di una lotta, di una prova, poiché entriamo certamente in contrasto con la menzogna degli idoli che si vogliono sostituire a Dio. E il popolo facendo memoria dei benefici ricevuti dal Signore risponde: “Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!…Egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino…perciò anche noi serviremo il Signore, perchè Egli è il nostro Dio”.
È importante “fare memoria”! Ricordarci i tanti benefici ricevuti e quelli che riceveremo ancora ogni giorno dal Signore, per rafforzare la nostra adesione a Lui e ringraziarLo per quello che fa’ per noi.
La Seconda lettura contiene esortazioni legate al comportamento concreto e quotidiano che dobbiamo avere e, in particolare, nel rapporto con la famiglia (rapporto tra marito e moglie). S. Paolo ci ricorda che nell’amore tra di noi, negli sposi cristiani, c’è il riflesso dell’amore tra Cristo e la Chiesa.
Cristo è il capo della Chiesa, ama la Chiesa e ha dato, sacrificato se stesso per lei, per renderla santa e immacolata, nutre e cura la Chiesa (di ognuno di noi).
“Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa”!.
Nel Vangelo Gesù pone i suoi discepoli davanti ad un’alternativa: “Volete andarvene anche voi? Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”.
Carissimi, ecco l’alternativa: scegliere Lui e, di conseguenza, rinunciare a fare la nostra volontà personale, a fare di testa nostra. Dobbiamo scegliere di essere liberi nello spirito e non nella carne, anche se siamo bombardati da tanti inviti, da tante proposte, che ci mettono continuamente alla prova e mettono alla prova la nostra libertà. Libertà che significa capacità di scelta, che vuol dire capacità di rinuncia. Rinunciare a ciò che è incompatibile con la propria fede.
Ma allora, con chi vogliamo stare: con Dio o senza Dio?
Io, noi, vogliamo stare con Dio e rispettare i suoi comandamenti, che sono gli unici che ci aprono le porte della vita eterna. Amen.