“Candelora: è questione di sguardi”
(Don Gilberto Ruzzi)
2 febbraio 2022: Festa della Presentazione del Signore al Tempio (“Ipapante -L’Incontro”, o “Candelora”)
Un’unica festa con più nomi! Bello! Ciascuno dei quali fa emergere un aspetto: il Signore che viene incontro al suo popolo, un popolo di umili, di piegati dalla vita, ma vigilanti; l’incontro che dissolve il timore, ma apre alla speranza; la luce che illumina quanti si lasceranno illuminare e rischiarare. Al centro di tutto, su suggerimento del Beato Angelico (al secolo fr. Guido da Fiesole), mettiamo degli sguardi.
Nell’affresco della cella n°10 del convento domenicano di San Marco, a Firenze, forse la prima ad essere affrescata da lui o dai suoi allievi tra il 1438 ed il 1440, il grande pittore domenicano, portando all’essenziale gli elementi della composizione collocata dentro una finta absidiola che asseconda l’architettura della cella, fissa i personaggi del racconto evangelico lucano in un’atmosfera sospesa …come se un regista stesse facendo un fermo immagine.
Gli sguardi di tutti i componenti il dipinto, e dunque anche i nostri, convergono sulla figura dell’anziano Simeone che, nella sua veste verde, sembra avvolto di una luce dorata. Ma la sobrietà della composizione, le linee e l’illuminazione portano all’essenziale, a fissare l’attenzione ad un altro sguardo: quello che l’uomo incrocia col Bimbo che tiene tra le braccia sollevato dinanzi a sé.
In quello sguardo accade l’Incontro. Come per ogni incontro tra umani, anche qui è tutta una questione di sguardi. “I miei occhi hanno visto …”, potremmo aggiungere:<<…e sono stato visto da Te!>>. Insieme ad una buona giornata, vi auguro occhi luminosi perché possiate “vedere” ed occhi luminosi che “vi vedano”!
Vostro don Gilberto