Ama Dio con tutte le tue forze e ama l’altro perché egli è come te
(Commento al Vangelo di don Gianni Carozza)
Nel vangelo di questa ultima domenica di ottobre troviamo la risposta di Gesù allo scriba su qual è il primo di tutti i comandamenti. «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Dove sta la novità, il novum, del comandamento di Gesù? Alcuni di noi ricordano che i due comandamenti, dell’amore di Dio e del prossimo, stanno già nel Primo Testamento: amore di Dio, libro del Deuteronomio (6,5), amore del prossimo, libro del Levitico (19,18). Mi verrebbe da aggiungere che li rinveniamo, sotto formulazioni diverse, anche in altre tradizioni religiose. Gesù, ecco la novità, non giustappone i due comandamenti, ma li stringe insieme, in un nodo indissolubile, inestricabili, l’uno con l’altro e mai uno senza l’altro.
Forse potremmo dire che, se il primo comandamento è di amare Dio, di amarlo con tutto quello che siamo, la sua verifica è nella vita, nella concretezza della vita. Bando, sembra dire Gesù, alle fumoserie sull’amare Dio. Non è questione di sentimentalismi e, potremmo dire, non è nemmeno una questione di gesti rituali. Scrive Giovanni nella sua lettera: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1Gv 4,20-21). Come a dire: il corpo di Gesù non è più sulla terra e, nell’eucaristia, è come sotto un velo, Dio ora lo tocchi nell’altro. Da’ verità al primo comandamento mettendo in pratica il secondo, che è poi simile al primo: «Ama il tuo prossimo come te stesso». O se vogliamo, secondo un’interpretazione rabbinica «Ama il prossimo tuo perché egli è come te».
Il cardinale Martini, evocando la regola d’oro del cristianesimo, dice: «La più importante è: ama il prossimo tuo, amerai il prossimo tuo come te stesso. Oppure, come recita l’originale ebraico: amerai il prossimo tuo perché egli è come te. Se sono consapevole che l’altro è fatto della mia stessa pasta, che ha gli stessi pregi e difetti che ho io, questa vicinanza dà anche la forza di volergli bene».
Ama dunque Dio con tutte le tue forze; e ama l’altro perché egli è come te. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti. Tutta la Parola di Dio. Che è lampada ai nostri passi.