Al campeggio con don Raimondo: “Ma perché è finito così presto?”
SAN SALVO. Quest’anno abbiamo voluto ripartire con i campeggi ed è stato davvero bello ripartire con i bambini e i ragazzi delle elementari che abbiamo portato a Lettopalena dal 4 al 9 luglio. Il tempo è trascorso molto velocemente ma sono sicuro che chi ci è stato si porterà dentro l’attenzione alle proprie emozioni che vivranno nelle varie fasi della propria vita.
All’inizio del campo avevo notato che tanti bambini facevano difficoltà a relazionarsi con gli altri. Forse saranno stati anche questi due anni di pandemia che li hanno costretti ad essere più isolati e distanti ma poi nello stare insieme tutti sperimentavano la bellezza del superare ogni cosa: il relazionarsi l’uno con l’altro, la difficoltà della camminata, il mangiare ciò che era previsto anche se non era del proprio gusto.
L’ultima sera ci siamo ritrovati tutti intorno a un fuoco e nell’esprimere ciò che avevamo vissuto durante il campo, mi ha riempito di gioia sentire dalla bocca dei ragazzi: “Ma perché è finito così presto?”
Una frase che ho trovato su un testo mi ha colpito e che può sintetizzare quanto vissuto in questo campo è: “Le cose più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore.” (Ellen Keller)
Tema del campo sono state le quattro emozioni che influenzano la nostra esistenza e quindi il nostro innato desiderio di essere felici: gioia, rabbia, paura e tristezza.
È stato veramente bello vivere questa esperienza con i ragazzi delle elementari perché hanno vissuto bene le loro emozioni anche se non sempre forse sono riusciti a distinguere quelle che potevano rinnovare la loro vita e quelli invece che li allontanano dagli altri.
Sono tutte emozioni che dipendono da come li leggiamo perché non a tutti provoca la stessa cosa. La gioia così come la rabbia, la paura e la tristezza ci sono e a volte bisogna fermarsi per riuscire a distinguerli e scoprire quanta bellezza c’è che in noi e attorno a noi.
I ragazzi si sono divertiti e hanno ballato, cantato e giocato in mezzo al verde. Anche per i genitori che ci hanno raggiunto nell’ultimo giorno è stato un momento per riflettere e gioire anche per le mille cose belle che abbiamo nella vita e che spesso diamo per scontate. Oltre alle attività con i ragazzi ho fatto un momento di riflessione partendo da un racconto che poteva di aiutarli a conoscere meglio ciò che li aspetta nella vita.
Un grazie di cuore ai collaboratori, agli animatori e in particolare ai genitori che hanno mandato i loro figli anche se stiamo vivendo questo tempo particolare.
(Don Raimondo Artese)