A ognuno di noi il compito di essere profumo e sostanza di spazi aperti e illuminati
(Commento al Vangelo di don Gianluca Bracalante)
“Tu, o Signore, non vuoi che perdiamo tempo dietro profezie strane, né che ci lasciamo infatuare da complicati calcoli astrologici. Questo mondo è destinato a finire, ma chi crede in te, Gesù, sa di non andare incontro ad un baratro oscuro, ma verso un compimento destinato a portare una gioia eterna”
All’inizio dell’Anno liturgico la Parola di Dio di questa prima domenica di Avvento ci sprona a valutare il nostro essere pellegrini: il nostro cammino ecclesiale. Chi è il credente? È colui che alla scuola della vigilante – preghiera sa essere tenerezza per l’altro, è colui che alla scuola della vigilante – preghiera sa essere pronto a portare frutti per l’altro, è colui che alla scuola della vigilante – preghiera sa vivere il suo “non ancora” con speranza.
Le letture di questa domenica non indicano la fine ma il fine del mondo: sarai pronto a non avere paura dell’essere pellegrino su questa terra, quando dentro di te non ci sarà più posto per l’inverno del pessimismo, del guardare sempre e solo al passato, dell’essere non credente praticante, dell’essere bravi con le parole ma scarsi con la testimonianza della vita.
Sarai pronto ad esclamare l’estate dello Spirito – Maranathà – quando non aspetterai false luci che abbagliano e non riscaldano ma quando sarai il cercatore dell’attesa di Dio luce vera che illumina la nostra notte. La Chiesa è fedele al suo Signore quando sa guardare oltre l’inverno e credere nell’estate che inizia. Ad ognuno di noi il compito bello di essere non portatore di freddezza o di paura ma profumo e sostanza di spazi aperti e illuminati.
“Santa Maria, vergine dell’attesa, donaci un’anima vigiliare. Ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell’avvento. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci, finalmente, arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l’aurora”