Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me

V settimana di Pasqua – Sabato

Commento al Vangelo – Gv 15, 18-21

A cura di don Giovanni Boezzi

La parola del Vangelo non è molto consolante, Gesù non fa nulla per rassicurare i discepoli, anzi li prepara ad affrontare una dura lotta. Gesù non promette alcun trionfo. Non parla soltanto di incomprensioni o resistenze né si limita a dire che incontreranno l’indifferenza della gente. Parla di odio e di persecuzioni. E pone sé stesso come ragione ultima dell’opposizione: “faranno a voi tutto questo a causa del mio nome”. Le parole non permettono interpretazioni accomodanti. D’altra parte, l’esito drammatico della predicazione di Gesù non offre spazi di mediazione. Origene, un teologo del terzo secolo, esprime con chiarezza questa consapevolezza che dovrebbe far parte del bagaglio di ogni buon cristiano: “Quando un’anima umana fa alleanza con il Verbo di Dio, può essere certa che avrà subito dei nemici e che si muteranno in avversari anche quelli che prima erano amici, e si aspetti di patire questo, non solo da parte degli uomini, ma sappia con sicurezza che le stanno addosso minacciose le potenze avverse e gli spiriti del male. Ne viene per conseguenza che chi ricerca l’amicizia di Gesù, deve sapere che sopporterà l’inimicizia di molti” (Omelie su Giosuè, 11, 2). Dobbiamo saperlo: chi appartiene al gregge di Cristo non solo non riceve alcuna sicurezza ma si trova esposto ai pericoli più gravi, anche quelli che minacciano la vita stessa. La lunga lista dei martiri è la tragica conferma che queste parole hanno un valore profetico.

Gesù non fa nulla per accattivarsi il consenso dei discepoli, anzi fa di tutto per allontanare quelli che sono paurosi. In apparenza non sembra una strategia vincente. E tuttavia, la Chiesa esiste e resiste alle tempeste della storia. Al male oppone il bene, alla menzogna la verità, alle persecuzioni la misericordia. Abbiamo creduto all’amore (1Gv 4,16). Oggi chiediamo la grazia di restare nell’amore con l’intima certezza che questo seme nascosto nella terra vestirà di gioia la nostra vita e aprirà le porte dell’eterna beatitudine. Non chiediamo altro.

Oggi prego con il salmo 99.

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Dal vangelo secondo Giovanni (15, 18-21)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». 

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Supplica alla 
Regina del SS. Rosario di Pompei


 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.

Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.

Ave Maria

È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.

Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore.

Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!

 
Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie. Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti, Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l’amore tuo costante ed in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla Società umana. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. 
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.

Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen.

Salve Regina

Indulgenzia

Indulgentia plenaria semel tantum, soltis conditionibus, 
recitantibus supplicationem meridianam ad B. V. Mariam a S. Rosario.

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