Lettera aperta del parroco di Monteodorisio: un concorso di idee
Il cristiano è colui che arde di un amore così grande che non può tenersi per sé perché incontenibile. Se manca il desiderio dell’annuncio della lieta novella, la fede rischia di diventare una semplice occasione di aggregazione sociale e/o umana alla stessa stregua di un club sportivo, volontariato e simili che aiuta semplicemente ad avere una “pseudo coscienza spirituale a posto”. È come se restassimo nella condizione dei discepoli di Emmaus perennemente incapaci di riconoscere Gesù in persona che continua ad accostarsi e a camminare con noi in ogni istante della nostra vita.
Nel desiderio di annunciare la lieta novella soprattutto ai più giovani il parroco della parrocchia San Giovanni Battista di Monteodorisio, ha lanciato questo appello:
Carissime/Carissimi. Nel momento difficile che tutti stiamo attraversando, c’è una richiesta che è talmente forte che resta muta, come a volte si può stare così male da non riuscire a esprimerlo. Questo forse dovrebbe preoccuparci di più, non solo chi ha la forza di manifestarci il suo bisogno, ma chi ha così poca fiducia in se stesso da non chiedere nulla. È la condizione di tanti ragazzi in questo momento, chiusi nel silenzio e nell’isolamento, talmente scoraggiati da non cercare di cambiare, da non sperare e non protestare. Abbiamo davvero fatto questo? Abbiamo reso i giovani il contrario di quello che dovrebbero essere? Abbiamo tolto loro il coraggio, la fiducia, l’idealismo, l’entusiasmo? Li abbiamo resi muti, chiusi, inermi, passivi? Possiamo vedere quanto è tutto totalmente cambiato in pochi anni!Abbiamo perso i nostri ragazzi! «Cerchiamo di capire “dove” i ragazzi veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere?» (#PapaFrancesco).La chiusura e l’isolamento del Covid hanno tolto ancora speranza a chi già non ne aveva, hanno ridotto il futuro in chi già non lo vedeva (se non emigrando), hanno ridotto la socialità, la possibilità di gioire della vita insieme, di provare a impegnarsi per migliorare la propria vita e quella di tutti. Abbiamo lasciato che di questo grande problema si occupassero i medici, o gli economisti, creando un vuoto di senso e di speranza: la salute e i soldi sono un mezzo, ma a noi educatori il compito di cercare risposte per il fine. Gli educatori sanno che il Covid non è la causa della nostra crisi, che è molto più profonda. E dobbiamo riuscire ad ascoltare la sofferenza e il bisogno anche quando sono silenziosi, soprattutto noi, che questi ragazzi li vediamo ogni giorno, non possiamo aspettare episodi drammatici, di violenza o autolesionismo per accorgerci di loro.
Da queste premesse, voglio fare un #appello alla comunità dei giovani e degli adulti di Monteodorisio: chiedo di unire le nostre motivazioni e intelligenze per aiutare i ragazzi a recuperare speranza e voglia di fare. Siamo noi che abbiamo scelto di impegnarci per i giovani che abbiamo, più di tutti, la responsabilità di accorgerci di quanto sta succedendo e trovare, insieme, una strada per cambiare.Quale strada possiamo intraprendere? Quale speranza possiamo ricostruire? Cosa vogliono e di cosa hanno bisogno i ragazzi di oggi? C’è ancora spazio per condividere un cammino di senso, o li abbiamo persi nei social, nei “likes” e nella ricerca di guadagni facili?
Che progetto può suscitare in loro la voglia di tornare a dedicarsi gli uni agli altri, per un futuro migliore? Qui mi fermo, alla mia richiesta a voi che siete tra le persone più sensibili della nostra comunità, di impegnarvi a porvi, insieme a noi, queste domande, e provare a trovare risposte, e poi iniziative. Come sapete per me non è facile assumermi direttamente questo compito, ma lo affido al vice parroco e amico Don Antonio (contatto: antonio.integlia@donbosco.it 3334692535) e alle sorelle che ci sostengono (contatto: Suor Rosaria suoremonteo@gmail.com 3713542878) che potranno portare motivazione e nuovi stimoli ad una sfida che è difficile, ma anche molto appassionante.
Cordialmente Il Parroco di #Monteodorisio Don Nicola Antonini