Papa Wojtyla aveva regalato a Michele due rosari, uno per sè e uno per la moglie
Che dono grande è il presente, ne riusciamo a percepire il valore solo nell’istante successivo! Proviamo a tornare indietro a quel fatidico giorno in cui papa Wojtila è venuto a San Salvo, il 19 marzo 1983. Tra le tantissime persone che vi incontrò ci fu Michele Macchiarola a cui regalò due rosari: uno per lui e uno per la moglie. Chissà cosa avranno provato e pensato in quel preciso istante i due uomini che oggi stanno dinanzi al Padre Celeste. A rileggere oggi quel gesto si può scorgere un grande disegno d’amore. Papa Wojtila gli donò due rosari pensandolo come membro di una coppia. Forse solo pochi intimi erano a conoscenza di questo fatto ed è tornato a galla proprio in questi giorni in cui a San Salvo, i parroci hanno indetto la settimana della famiglia. Quale bella Diocidenza!
Queste le parole del figlio Arturo sul suo papà.
Giovanni Paolo II donò i due rosari a papà durante un colloquio privato che ebbero in quel giorno. Uno è rimasto a mia mamma e l’altro lo abbiamo seppellito con mio padre. Era molto devoto di San Pio anche perché l’ aveva incontrato da bambino a Serracapriola. Mio padre non era un uomo di chiesa ma aveva un grande rispetto per la religione cattolica.
Nel secondo dopoguerra, i miei nonni, grazie ai terreni assegnati loro nell’ambito dell’ente riforma, si trasferirono da Casalnuovo Monterotaro in Puglia a Campomarino in Molise. Mio padre nasce il 16 marzo del 1945, ultimo di cinque figli, appena quindicenne parte come tanti alla volta del nord in cerca di lavoro.
Dopo una breve esperienza in una ditta metalmeccanica a Torino, grazie alla nascita della Siv a San Salvo, mio padre decide di tornare al suo amato sud.
Sempre impegnato in politica e nel sindacato, con idee marcatamente di sinistra a favore della lotta operaia e del riscatto sociale dei lavoratori dipendenti, autodidatta, i suoi idoli erano Che Guevara e Carl Max, Enrico Berlinguer e Luciano Lama.
Iscritto al PC e per molti anni assessore al comune di Campomarino, riuscì a portare a termine importanti progetti per lo sviluppo del territorio nel periodo del boom economico degli anni 60/70.
Molto apprezzato dalla dirigenza prima Siv, poi pilkington anche se alcune volte in contrasto nelle scelte aziendali, riusciva sempre con intelligenza e capacità di mediazione a risolvere problemi quali esuberi, ricollocazione di personale e momenti di difficoltà dei singoli operai.
Il suo carisma e la sua personalità lo portarono a distinguersi nella vita delle comunità locali come ad esempio durante la venuta di papà Wojtyla a San Salvo. In quell’occasione ebbe il privilegio di pranzare alla destra del santo padre e poter usufruire di un importante momento di confronto. Quell’avvenimento portò a delle riflessioni molto profonde e rimarrà sempre vivo nei suoi ricordi.
Malgrado avesse solo la licenza media, presa in un corso serale, riuscì a diventare impiegato e responsabile della manutenzione. Esperto di logistica e meccanica riuscì ad esportare la professionalità di San Salvo in tutto il mondo, dal Giappone, all’Inghilterra, dalla Germania alla Polonia.
Gli ultimi anni di lavoro li trascorse alla direzione di una ditta di servizi con una gestione oculata e precisa della raccolta differenziata e fornendo consulenza a varie ditte negli ambiti più disparati : gestione e manutenzione forni di fusione, gestione del personale, riduzione dei costi, logistica.
Marito, padre e nonno esemplare, appassionato di calcio e amante della musica, muore di aneurisma cerebrale nella sua casa di Campomarino il 14-03-2021 all’età di 75 anni.