Vai a casa tua
IV° settimana di Quaresima – Martedì
Commento al Vangelo di Giovanni 5,1-16
A cura di Don Giovanni Boezzi
L’Evangelista Giovanni ci racconta come, in un giorno di festa, Gesù salì a Gerusalemme, e c’era anche lui, assieme agli altri Apostoli, come sempre. Egli si diresse presso la porta delle pecore dove c’era la piscina, detta “Betzatà”, con cinque portici, e sotto i portici giacevano molti malati.
Essi aspettavano là il miracolo della guarigione. Infatti ogni anno un Angelo discendeva dal Cielo, e il primo che s’immergeva in quell’acqua, mossa dalla presenza dell’Angelo, guariva. E c’era anche un uomo là, che da tanti anni era malato. Voleva essere guarito anche lui, ma ogni volta che arrivava l’Angelo nella piscina egli non riusciva mai ad arrivare in tempo per discendere nella piscina dell’acqua miracolosa.
E Gesù, che sapeva la sua storia, gli chiese: “Vuoi guarire? Alzati, prendi la tua barella e cammina!”. E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Per guarirlo era venuto dal Cielo addirittura il Re degli Angeli: era venuto Gesù in persona! Ma era un giorno di sabato, che per gli ebrei è festa di riposo assoluto, come per noi dovrebbe essere ogni domenica.
Alcuni giudei, vedendo che quest’uomo portava, in giorno di sabato, la sua barella, lo rimproverano: “E’ sabato, e non ti è lecito portare la tua barella!”. Ed egli rispose: Sì, lo so che oggi è festa. Ma “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi la tua barella e cammina!”.
Egli non sapeva che il Giovane che l’aveva guarito era Gesù, ancora non lo conosceva. Ma lo incrociò nel tempio, e Gesù gli disse: “Ecco, sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio!”. Chiaramente Gesù ci dice che, almeno in questo caso, c’è un legame stretto fra l’infermità del malato e il peccato. Il peccato comunque porta sempre male, sia per l’anima che per il corpo.
Evitiamolo a tutti i costi! Ci sentiremo anche noi, giustificati, perdonati e riempiti di grazia: “vai a casa tua”.
Oggi prego con il Salmo 45.
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Dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-16)
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.