“Pensare al suo corpo martoriato, alle sue grida di aiuto inascoltate, mi dà dolore e orrore
(Teresa Antonietta Teti)
“Se una zolla viene portata dall’onda del mare, la Terra ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica, o la tua stessa casa.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità. E così non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te.”
La morte di Willy mi addolora e mi avvilisce. Pensare al suo corpo martoriato, alle sue grida di aiuto inascoltate, mi dà dolore e orrore. La morte di Willy e le mille morti per violenza mi fanno sentire responsabile come essere umano di non avere fatto qualcosa prima per evitarlo, perché in qualsiasi punto della terra accada un delitto è come se il senso dell’umano, che è nell’umanità tutta, lì in quel punto fosse stato assente, in altro impegnato o indifferente.
La mancanza di pietà mi addolora, la mancanza di rispetto per la vita mi addolora, le vetrine della forza mi avviliscono, la superficialità e la facilità di giudizio e di risata mi avviliscono. Abbiamo sbagliato tutto, abbiamo sbagliato tutti, un pochino ognuno, anche chi non c’entra niente. Ho voglia di ritirarmi in un eremo, magari ai Tre Confini alle pendici della Majella, e lì profondamente meditare e lungamente pregare, in silenzio ascoltare la musica della natura e le “Sacre Sinfonie del Tempo” che pochi Autori sanno suonare e cantare, perché anche la Musica ha un ruolo importante nel renderci più umani; contemplare tutte le sfumature del cielo per ore e fuori degli schermi stupire; studiare i classici dell’antichità che formano la mente al pensiero. E poi quando sarò ritornata dall’eremo, non voglio essere consumatrice di alcun prodotto che non mi sia indispensabile, né professare le ideologie che vanno di moda o sbandierare le bandiere secondo il vento che tira, non voglio essere accanita lettrice di notizie ma cauta ascoltatrice del mondo ed esecutrice di atti rispettosi e umili. E quando sarà necessario parlare, voglio farlo quanto più in presenza, cosicché le onde sonore delle parole arrivino all’orecchio dell’altro viaggiando attraverso un elemento aereo naturale.
Voglio sentirmi libera di pensare, riflettere, discernere e ragionare senza far rumore, ma anche seguire i battiti del cuore; scegliere di essere decondizionata e decondizionante e non essere influenzata da nulla che non mi tocchi veramente; e non avere paura di nutrire idee e sogni che vivono tra le nuvole. E non avere nemmeno paura di soffrire, perché la sofferenza è naturale e rincorrere a tutti i costi un successo standard di omologazione è solo ostentazione e non porta a nulla, tanto meno alla crescita della persona. E poi mi voglio ricordare ogni giorno, ogni momento, che ho un’anima che mi anima e uno spirito che serve ad elevarmi e che non sono un corpo materiale che vive per soddisfare i propri bisogni a sazietà, ma un essere che ha bisogno di vita vera, intima e sincera, da vivere con pazienza e con amore per l’Anima dell’Universo che è in ognuno di noi; e di dirlo non me ne voglio vergognare.
Vicinanza ai genitori di Willy e preghiere.
Teresa Antonietta Teti