Ricordo di mons. Fagiolo vescovo Chieti-Vasto e cardinale, a 20 anni dalla morte
Di LINO SPADACCINI (https://noivastesi.blogspot.com/2020/09/ricordo-di-mons-fagiolo-vescovo-chieti)
Venti anni fa, il 22 settembre del 2000, ci lasciava Mons. Vincenzo Fagiolo, Arcivescovo Metropolita di Chieti e Amministratore perpetuo di Vasto dal 1971 al 1982, e primo Vescovo della ricostituita Diocesi di Vasto dal 24 agosto 1982 al 15 luglio 1984. Poi nominato cardinale. Una data importante, sicuramente da ricordare, per un personaggio molto amato dai vastesi, con una presenza imponente e contraddistinto da una grande signorilità.
Nel 1995, l’amministrazione comunale di Vasto ha voluto dare un grande segno di riconoscimento a Mons. Fagiolo, conferendogli la cittadinanza onoraria per
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la preziosa attività missionaria ed evangelizzatrice quale Arcivescovo metropolita Teatino e primo Vescovo di Vasto. «Una professione di Fede che Mons. Fagiolo ha evidenziato sin dalla sua prima venuta nel Vastese – scriveva all’epoca il decano dei giornalisti vastesi Giuseppe Catania – con la costante e frequente presenza tra le genti, per mantenere contatti umani diretti, specie con i più umili, con gli operai, per sollecitare fermenti vocazionali nel mondo del lavoro e lievitarne la santità dell’opera umana, per avviare segni promozionali atti a riscattare la dignità e la moralità dell’individuo, onde seguire il germoglio di una spiritualità che, proprio in questo angolo dell’Abruzzo vastese, trova afflati e sensibilità degni della tradizione cristiana».
Nato a Segni, in provincia di Frosinone, il 5 febbraio 1918, entrò nel seminario di Segni, prima e poi in quello di Anagni Nel 1937 proseguì gli studi presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, e venne ordinato sacerdote nel marzo del 1943.
Qualche mese più tardi, collaborò alla salvezza dell’ebreo romano Michael Tagliacozzo, scappato di casa dalla finestra, ancora in pigiama, durante il rastrellamento del ghetto del 16 ottobre. Il giovane ebreo venne nascosto prima nel Pontificio Seminario Romano Maggiore presso il Laterano,e successivamente in un convento francescano.
Così ricordò l’episodio mons. Fagiolo: «Il rettore mi chiamò e mi disse: “Lei dopo pranzo vada a S. Giovanni davanti alla statua di San Francesco d’Assisi”. Io ero a conoscenza che dentro il Seminario c’erano ricoverate delle persone perseguitate dal fascismo e dal nazismo […] “non ti muovere di lì, scenderà dal tram un signore, ti dirà una parola d’ordine e allora tu dovrai dire soltanto: vieni con me”. Io feci così, ma non sapevo che quello fosse ebreo, il rettore me lo tenne nascosto. Appena lui scese dal tram si accostò a me che ero vestito da sacerdote, mi disse questa parola d’ordine e io gli dissi “vieni con me”».
Il giovane ebreo rimase nascosto fino al febbraio del 1944, in una catena di solidarietà che coinvolse anche la prof.ssa Maria Amendola, il card. Pietro Palazzini e il pastore avventista Daniele Cupertino.
Per questo, mons. Fagiolo e gli altri, ricevettero, con lettera del 18 aprile 1985, la medaglia d’oro di “Giusto tra le nazioni”, con la seguente motivazione: «per l’opera di soccorso da loro svolta a favore degli ebrei perseguitati dai nazifascisti durante l’occupazione tedesca a Roma».
Chi viene riconosciuto “Giusto tra le nazioni”, viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d’onore ed il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo di Yad Vashem di Gerusalemme.
Inoltre, ad ogni “Giusto tra le nazioni” viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica, indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta, tuttavia, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d’Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.
Accanto all’attività pastorale, don Vincenzo Fagiolo approfondì gli studi teologici e filosofici presso la Pontificia Università Lateranense, dove successivamente conseguì la laurea in Diritto canonico. Ricoprì la carica di docente di Diritto Concordatario e Canonico, Prelato Uditore della Rota e fece parte, come esperto, della Segreteria Generale che preparò il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il 20 novembre 1971 venne eletto, da papa Paolo VI, Arcivescovo di Chieti e il successivo 19 dicembre ricevette l’ordinazione episcopale dal cardinale Carlo Confalonieri.
La presa di possesso della diocesi teatino-vastese avvenne il 9 gennaio 1972. Le sue prime parole, pronunciate durante l’omelia, furono «da poco vi conosco e già molto vi amo». Iniziò così un legame forte con la diocesi che rimase anche dopo il suo trasferimento a Roma, tanto che l’olio per la lampada del Santissimo Sacramento della sua cappella privata gli venne ininterrottamente donato dalla gente della diocesi di Chieti-Vasto.
Dal 1979 ricoprì la carica di vicepresidente della CEI e Presidente della Caritas Italiana.
A Vasto promosse l’erezione di quattro nuove parrocchie: Sant’Antonio Abate, San Paolo, San Marco e Immacolata Concezione (quest’ultima, successivamente, è stata fusa insieme a quella di Sant’Antonio Abate per dar vita alla parrocchia unica di Santa Maria del Sabato Santo). Fu il primo Vescovo della ricostituita Diocesi di Vasto dal 24 agosto 1982.
Il 15 luglio 1984 ha lasciato la nostra diocesi per prestare servizio a Roma, infatti, l’8 aprile di quell’anno venne nominato Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Dal 15 dicembre 1990 fu Presidente del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi.
Nel concistoro del 26 novembre 1994 è stato elevato alla porpora cardinalizia da Papa Giovanni Paolo II.
Durante l’attività pastorale ha pubblicato diversi opere a carattere giuridico-pastorale, quali La collegialità episcopale per il futuro della chiesa (1969), Carità, pastoralità e ordinamento nella chiesa (1971), Matrimonio, famiglia, società (1974), Carità e comunione (1977), La revisione del concordato (1977), La chiesa locale comunità evangelizzata ed evangelizzante (1979), Il presbiterio della Chiesa locale (1981), Una Chiesa che ama la vita (1983), Il Codice del post-Concilio (1984), Cristiani e cittadini (1987), Continuatore della preghiera del Cristo (1987), Decreto sul rinnovamento della vita religiosa: Perfectae caritatis (1988), Lettere alle claustrali (1989), Pastore a Chieti e Vasto (1990), Care sorelle: lettere alle suore (1992), La celebrazione del matrimonio (1992), Cristo mediatore da Dio e gli uomini (1997), I diritti della persona alla luce della ragione e del Vangelo (1998), La famiglia per la città degli uomini (2000), Madre nostra (2001).
Mons. Fagiolo si è spento il 22 settembre del 2000 all’età di 82 anni. Quattro giorni più tardi si sono svolte le solenni esequie in Vaticano, presiedute da Giovanni Paolo II, e il giorno successivo nella cattedrale di Chieti, concelebrate da Mons. Edoardo Menichelli, insieme a tutto il clero diocesano ed ai vescovi abruzzesi e molisani.
Mons. Fagiolo riposa nella Cattedrale di S. Giustino nella cappella della Madonna Mater Populi Teatini.
Lino Spadaccini
Pubblicato da NICOLA D’ADAMO