Il fondamento della famiglia cristiana
Rubrica a cura di Don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia
Carissimi, quanto detto in precedenza non rappresenta un’illustrazione estetica o una poesia: trova il suo fondamento oggettivo e la sua forma attuativa nella celebrazione sacramentale delle nozze di cui gli sposi sono i ministri, «Cristo Signore viene incontro ai coniugi cristiani nel sacramento del matrimonio e rimane con loro. Nell’incarnazione, egli assume l’amore umano, lo purifica, lo porta a pienezza, e dona agli sposi, con il suo Spirito, la capacità di viverlo, pervadendo tutta la loro vita di fede, speranza e carità» (AL 67).
Papa Francesco, riprendendo l’Enciclica Humanae vitae di Paolo VI, egli richiama il legame intrinseco tra l’amore coniugale e la generazione di figli, la procreazione responsabile trasmissione della vita (AL 68). In linea con Giovanni Paolo II, Papa Francesco spiega come il reciproco amore degli sposi, in forza del dono dello Spirito Santo, si trasformi in «carità teologale» e come sgorghi da questa trasformazione la loro vocazione alla santità (AL 69). Non meno rilevante è il messaggio di Benedetto XVI, citato da Papa Francesco: «Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano» (AL 70).
Dall’alleanza di Dio nella storia della salvezza nasce la Chiesa, «sacramento fondamentale» dell’alleanza di Dio con l’umanità, e sgorga al tempo stesso la comunità familiare, comunione di persone ad immagine di Dio. E tale è la portata dell’elevazione del matrimonio naturale a sacramento dell’amore di Cristo per la Chiesa e del dono dello Spirito effuso sugli sposi «Nella famiglia umana, radunata da Cristo, è restituita l’immagine e somiglianza della Santissima Trinità (Gen 1,26); mistero da cui scaturisce ogni vero amore. Da Cristo, attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia dello Spirito Santo, per testimoniare il vangelo dell’amore di Dio» (AL 71). L’esortazione post-sinodale ribadisce con forza come le nozze di due battezzati non rappresentino una convenzione sociale o un rito vuoto, ma un dono di Dio e il «simbolo reale» del rapporto stesso del Cristo-sposo con la Chiesa-sposa; una vocazione in risposta all’amore divino (AL 72).
Ciascuno dei due sposi, nel promettere se stesso all’altro/a, accoglie l’altro/a da Cristo come un suo dono, e accetta di farsi a sua volta dono per lei/lui, segno dell’amore nuziale del Salvatore per la Chiesa e di quello di Dio per l’umanità. «Il sacramento non è una “cosa” o una “forza”, perché in realtà Cristo stesso viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri» (AL 73).
I doni del sacramento delle nozze sono: l’effusione dello Spirito Santo, il vincolo permanente e la grazia santificante. Questi doni sono correlati e permeano la relazione degli sposi e il loro amore, al punto che la stessa intimità coniugale si trasfigura in un accadimento di grazia, come spiega lo stesso Papa Francesco: «L’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il «mistero nuziale». Il valore dell’unione dei corpi è espresso nelle parole del consenso, dove i coniugi si sono accolti e si sono donati reciprocamente per condividere tutta la loro vita. Queste parole conferiscono un significato alla sessualità, liberandola da qualsiasi ambiguità» (AL 74).