Costruire la società della gratitudine
(Articolo di fra Emiliano Antenucci)
In questo tempo di prova, siamo chiamati come ci ha ricordato papa Francesco a reimpostare la rotta della nostra nostra vita
“Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri” (Papa Francesco).
In questo tempo di prova, siamo chiamati come ci ha ricordato papa Francesco a reimpostare la rotta della nostra nostra vita e passare dall’egoismo (nessuno si salva da solo!) all’altruismo (Ci salviamo insieme!), e per dirla con Don Oreste Benzi, dalla società del profitto alla società del gratuito. Quali modi di fare sbagliati ci sono nella società, ma che serpeggiano anche nella Chiesa?
USA E GETTA: Nella società del “tutto e subito”, ogni cosa, ma anche ogni persona si usa e si getta. C’è un grande “consumo” di sentimenti, di emozioni, di amicizie e di amori, questo perché l’egoismo regna ed è lo scettro che tiene in mano l’imperatore del mondo: il diavolo.
CHIUSURA: Quanto clericalismo c’è, chiusura mentale e delle arterie del cuore e dell’anima. Gesù si arrabbiava molto con il farisei per questa malattia ancora oggi presente: la sclerocardia, cioè la durezza del cuore. Se il nostro cuore è duro, siamo tristi, acidi, freddi e indifferenti alle sofferenze della gente. La cattiveria nasce dalla mancanza di empatia.
MANCANZA DI GRATITUDINE: Le tre parole chiavi, come ci ricorda papa Francesco, per ogni rapporto umano, familiare e comunitario sono: “Permesso, Grazie e Scusa”. Vogliamo favori e raccomandazioni dalle persone, ma non sappiamo ringraziare, perché tutto è dovuto e scontato. I Santi esclamavano spesso questa frase: “Tutto è grazia!”, cioè tutto è dono di Dio e non ci appartiene.