Un corteo di tuniche bianche ha sfilato per la vie di San Salvo per la giornata diocesana dei ministranti
Una giornata molto intensa quella del 25 aprile 2019 vissuta dai centoquattro ministranti che si sono ritrovati oggi a San Salvo per la giornata diocesana dedicata interamente a loro.
Dopo la registrazione dei quarantotto bambini delle elementari, trentanove ragazzi delle scuole medie e diciassette giovani frequentanti le scuole superiori, don Andrea Manzone ha letto e commentato il passo del vangelo che era anche il tema predominante della giornata: “i discepoli di Emmaus”.
Ogni fascia di età è stata poi affidata a degli educatori/volontari. I bambini delle elementari sono stati suddivisi in gruppi e circolarmente venivano dislocati nel percorso a tappe, ognuna delle quali rappresentava uno dei cinque sensi. I giovani ,in piazza san Vitale davanti la chiesa di san Giuseppe, hanno seguito un percorso particolare con don Andrea Manzone, uno degli organizzatori principali dell’evento,.
Dopo il pranzo al sacco si sono tutti ritrovati in piazza San Nicola per condividere dei momenti di gioco. Nel pomeriggio è sopraggiunto l’arcivescovo della diocesi Chieti-Vasto Bruno Forte. I ministranti sono divenuti dei piccoli giornalisti che hanno interrogato il vescovo con le domande più disparate e che hanno fatto venir fuori anche un pezzo di storia della vocazione del vescovo. Ultimo di 8 figli, ha scoperto la sua vocazione a diciassette anni in occasione di un incontro simile a quello che stavano vivendo in quel momento i ministranti. Dopo un anno ha rivelato ai suoi genitori, al suo parroco e ai suoi fratelli il suo desiderio di diventare un sacerdote. La mamma (“come tutte le mamme” ha sottolineato testualmente don Bruno) l’aveva già intuito, il papà no ma aveva espresso la sua gioia per questa scelta e gli aveva anche assicurato la sua stima se un giorno avesse scelto di abbandonare. Prima dell’arrivo della vocazione sognava di diventare un architetto per progettare delle case dove le persone potessero stare bene. Ogni mattina fa un’ora di adorazione per chiedere a Gesù la forza per svolgere al meglio il suo servizio di vescovo.
Dopo aver dialogato con l’arcivescovo tutti i ministranti hanno indossato la loro tunica e in quel frangente era bello osservare come i più grandi aiutavano i più piccoli nella vestizione e come a piccoli gruppi si ritrovavano con i sacerdoti che li avevano accompagnati in un grande clima di familiarità. Non appena tutti erano pronti, si è formato un lungo corteo di tuniche bianche e giallo oro formato dai giovani ministranti, sacerdoti, seminaristi, diaconi presenti per l’occasione e accompagnatori che si sono diretti nella chiesa di San Giuseppe dove il vescovo Forte ha officiato la Santa Messa.
Don Andrea Manzone a fine celebrazione ha ringraziato i due parroci di San Salvo don Beniamino Di Renzo e don Raimondo Artese per aver accolto e sostenuto l’evento anche con il supporto dei diversi educatori, cori, e volontari che hanno prestato servizio durante la giornata. E ha concluso con una sua breve testimonianza: “Il 25 aprile di ben diciannove anni fa stavo ricevendo il sacramento della cresima perché pensavo voglio togliermi subito l’impiccio così non avrò questa incombenza quando un giorno mi sposerò. Mai avrei immaginato di ritrovarmi oggi a essere uno dei responsabili del centro diocesano delle vocazioni e a organizzare una giornata dei ministranti. Auguro anche a voi di poter sperimentare la bellezza dei frutti della fantasia di Dio”.
Nulla è stato lasciato al caso, ogni momento della giornata è stato frutto di un’organizzazione fatta di incontri su incontri (a volte di gruppo e altre a due a due in base ai servizi affidati) preliminari dei vari volontari che hanno dato la loro disponibilità a lavorare sul canovaccio e direttive della giornata preparata dai due responsabili diocesani del Centro Diocesano Vocazioni, don Erminio Di Paolo e don Andrea Manzone. La prima parte della giornata è stata organizzata dalla parrocchia di San Nicola e la celebrazione eucaristica dalla parrocchia di san Giuseppe.