Don Andrea Manzone: “Ho servito messa per la prima volta a 19 anni”
Uno degli organizzatori della Giornata dei Ministranti diocesana del 25 aprile che si terrà a San Salvo (città in cui confluiranno tutti i ministranti della diocesi Chieti-Vasto), il sacerdote sansalvese don Andrea Manzone, ci ha raccontato la sua esperienza
personale di ministrante e di organizzatore dell’evento. Di seguito l’intervista.
Qualӏ stata la tua esperienza personale di ministrante, quando hai cominciato a servire messa?
Il mio percorso di vita non mi ha condotto mai sull’altare per servire messa. Ricordo che intorno ai 10 anni una domenica volli provare… stavo quasi cadendo dall’ambone. Da allora non ci ho provato più. Sono tornato dopo qualche anno in chiesa, ma il mio posto era ormai dietro l’organo (luogo che ho frequentato molto fino alle soglie dell’ordinazione sacerdotale). Ho servito messa per la prima volta a 19 anni, a Lettopalena in occasione delle cresime, forzato dal parroco don Emiliano Straccini. Ero tesissimo e anche un po’ ridicolo: la veste mi arrivava al ginocchio. Pian piano ho cercato di impratichirmi.Nella mia parrocchia di origine di San Salvo (s. Giuseppe) ho fatto la bella esperienza di stare a contatto con gli accoliti e i ministri straordinari dell’eucarestia, adulti che si impegnano costantemente e con l’unico desiderio di servire. A Cupello, dove ho fatto l’esperienza di tirocinio prima dell’ordinazione, ho incontrato ministranti più piccoli ma anche giovani che ora, universitari, non cessano di prestare il proprio servizio all’altare. Entrambe le esperienze sono state una consolazione per me. Essi sono davvero una piccola famiglia intorno al parroco.
Nelle due parrocchie dove ho prestato servizio pastorale, Roccascalegna prima e Archi ora la realtà è pressoché circoscritta a ragazzi delle elementari e delle medie, tuttavia il “clima della sacrestia” è veramente quello di una famiglia.
Cosa hai pensato quando il vescovo ti ha affidato questo incarico?
Quando il vescovo ormai 3 anni fa affidò a me e don Erminio Di Paolo la direzione del Centro Diocesano Vocazioni la mia prima impressione fu quella dello smarrimento: la prima sensazione in questi casi è quella di sentirsi estremamente indegni nell’avere a che fare con la vocazione, quello stretto rapporto per la vita tra Dio e l’uomo ecclesiale. I numerosi impegni diocesani che già avevo, l’esperienza pastorale e lo studio teologico a Roma quasi mi hanno convinto a rifiutare; poi, in dialogo con l’Arcivescovo ho detto il mio sì a questa chiamata nella chiamata, con la consapevolezza che non saranno le competenze a far sbocciare una vocazione, ma la gioia, la comunione e la preghiera costante.
Siamo servitori delle vocazioni, e per questo chiediamo a tutti di pregare per le vocazioni e per quanti sono chiamati, come noi insieme al Vescovo, al discernimento vocazionale.
Che cos’è la Giornata Ministranti?
La giornata dei ministranti (che quest’anno si terrà a San Salvo il 25 aprile prossimo), come tante giornate che la diocesi propone per i ragazzi e per i giovani ha un carattere evidentemente formativo ma soprattutto intende creare un momento di comunione tra ragazzi di diversa provenienza accomunati da una medesima missione liberamente scelta: l’essere ministranti. Un giorno il parroco o chi per lui ha fatto un invito a questi ragazzi: stare vicini al parroco durante le celebrazioni liturgiche. Questo richiede passione, competenza e soprattutto fede in quanto sta avvenendo lì, vicino a loro. L’obiettivo della giornata è quello di fare un’esperienza di Chiesa, una chiesa che valorizza ciascuna età e ciascun ruolo. Il ministrante vedrà che ci sono tanti altri suoi coetanei che hanno detto “si” a questa piccola grande vocazione e questo è di conforto e di stimolo per continuare il proprio servizio nella parrocchia di appartenenza.