“In ogni uomo c’è un desiderio di luce”
(Commento al Vangelo di don Gianni Boezzi)
Accolse il bambino tra le braccia Lc.2,22-40, con il canto di Simeone che proclama: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza…luce per rivelarti alle genti”, ci colloca nel cuore dell’esperienza della fede che oggi di nuovo ci è offerta: Gesù è la luce che accende il cuore delle persone che incontra, una luce che è offerta al mondo intero. Oggi Gesù è la luce offerta a noi, al nostro mondo.
Simeone: il suo nome significa “colui che ascolta, che ubbidisce”. Simeone è “uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di Israele”: fedele alla Legge di Dio, è espressione dei “poveri di Dio”, di coloro che aspettano con tutto il cuore il Messia, invocato come il “consolatore”.
“Lo Spirito santo era su di lui…Lo Spirito santo gli aveva rivelato che non sarebbe morto senza prima aver visto il Cristo del Signore… Nello Spirito venne al Tempio…”: per tre volte Luca ripete che Simeone è mosso dall’azione dello Spirito. La sua esperienza non è frutto solo della psicologia, dell’intelligenza, della volontà umana ma della sua docilità allo Spirito santo che apre la persona e la libera per realizzare in pienezza l’esistenza umana.
“Quando i genitori condussero il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo prese tra le braccia”. In questo modo, Luca dice tutta la novità di Gesù, compimento della prima Alleanza: Gesù non rinnega la Legge di Mosè, le dà un senso nuovo. Certo, egli ha presente la tensione tra la nuova comunità di Gesù e la comunità ebraica di provenienza: la parola che Simeone rivolgerà a Maria renderà esplicita questa preoccupazione di Luca.
Ma è meravigliosa questa icona creata da Luca, di commossa tenerezza, del vecchio che prende tra le braccia il bambino Gesù. I suoi genitori lo conducevano con cura al Tempio per adempiere per lui le prescrizioni della Legge: Simeone non si limita alle osservanze della Legge, lo prende tra le braccia.
Non è già questa tutta la novità cristiana, il passaggio dalla Legge all’Amore? Il vecchio che prende fra le braccia il nuovo: è la fede nella freschezza della vita, è la speranza nel futuro, è il non chiudersi nelle proprie delusioni, è la fede in Dio che fa nuove tutte le cose.
Adesso Simeone può dire al Signore la sua preghiera: è l’espressione di una persona che per tutta la vita ha aspettato nell’ angoscia, come uno schiavo che aspetta la libertà.
Adesso nell’abbraccio di questo bambino, in un’esperienza di intenso Amore, può dire: “Adesso, Signore (“padrone”) sciogli il tuo servo nella pace, secondo la tua parola”: adesso la vita di Simeone, come quella di uno schiavo che ha ottenuto la liberazione, avvolta dall’Amore, è libera da ogni angoscia.
Desiderava la luce: Dio ha acceso una luce che illumina il suo popolo, illumina tutto il mondo. Simeone ha visto questa luce che illumina e non acceca: è questo bambino, l’Amore di Dio, che si abbassa, si dona, si lascia abbracciare, perché il cuore dell’uomo, amato, diventi capace di amare.
Come Simeone ed Anna anche noi siamo in attesa di tante cose ma senza rendercene conto la sostanza di ogni nostra attesa è Cristo! È lui il compimento vero di ciò che portiamo nel cuore! È lui Luce per illuminare le genti! Vorremmo anche noi, come Simeone, prenderlo sulle nostre braccia, vederlo, contemplarlo con i nostri occhi esultando alla Luce del suo Volto. Un Bambino, ecco la nostra Salvezza. Tu che doni di crescere in sapienza e grazia a chi rinasce nel tuo Figlio e con lui si consacra al tuo servizio, rendici sempre intenti a compiere con amore il tuo volere.
Tu che donasti a Maria la memoria del cuore per custodire in silenzio – meditando – ogni parola e ogni evento, concedi anche a noi il dono di una fede umile e piena di stupore per saper vedere in ogni piccolo segno un mistero di grazia che si rivelerà nell’ora del suo compimento. Amen.