A catechismo torniamo a parlare di Gesù con semplicità

Ogni incontro di catechismo è profumo di novità. Non c’è un incontro uguale all’altro. A volte come catechiste stiamo lì a cercare sempre cose nuove per interessare le nuove generazioni e avvertiamo il bisogno di chissà quale formazione particolare e spesso ci dimentichiamo del valore dell’essenzialità dell’annuncio della Buona Novella. Spesso è come se dicessimo “il Vangelo non è abbastanza, servono i contorni”.

Voglio raccontare la mia esperienza nell’incontro di catechismo di questa settimana con i bambini che si stanno preparando a ricevere la prima comunione. In attesa che arrivi il libro proposto in parrocchia e che sono stata chiamata seguire, non sapevo cosa proporre anche perché sono bambini che mi sono stati affidati quest’anno e non conoscevo la loro esperienza. Avevo voglia di fare una cosa nuova ma non sapevo cosa. Mi sono messa a cercare anche in rete delle idee ma nulla attirava la mia attenzione.

L’unica cosa che mi risuonava in testa è un brano di Vangelo di Luca che sto utilizzando per un’ altra realtà:la missione di Pietro” – Luca 5, 1-11. (riportato in calce).

E cominciai a pensare “Casomai uso questo brano e cercherò una idea per far realizzare una barchetta/rete con qualche materiale particolare“: ma niente un vuoto totale! Tutto il tempo che precedeva l’inizio dell’incontro ho iniziato a invocare lo Spirito Santo. Ma ancora nessuna ispirazione.

È arrivato il fatidico momento: un segno di croce cantato e poi inizio a far leggere ai bambini il brano di Luca soffermandomi sul titolo: La missione di Pietro. “Che cosa significa secondo voi la parola missione”. Dopo le loro risposte dico conoscete “Madre Teresa di Calcutta”. Dal gruppo esce un no! E tra me e me pensai “Come è possibile che ci sia qualcuno che non conosce Madre Teresa”. Troppe cose a volte tendiamo a darle per scontate ma non lo sono. Ho provato a mostrarne una foto sul telefonino. Ma non c’è stato un “Ah ecco” ma solo ancora un “no”. A quel punto ho fatto qualche accenno sulla vita di Madre Teresa e abbiamo proseguito nel riflettere sul passo di Luca.

Partendo da Pietro che è diventato un missionario di Gesù ho detto loro ognuno di noi, come Pietro può essere un mandato. E allora ho cominciato a chiedere loro se avessero cominciato a pensare cosa fare da grandi. E per ognuno di loro ho prospettato cosa avrebbe significato fe come potrebbe essere più bello far quel lavoro come un inviato di Gesù. Avevo sempre uno sguardo sulla loro attenzione quando vedevo che in qualche modo la loro attenzione poteva scemare iniziavo a cambiare il tono di voce o a fare delle domande a loro. È importantissimo mettersi in loro ascolto e osservare i piccoli segni che loro esprimono.

Io non so se nel loro cuore è rimasto qualcosa di quanto ci siamo detti ma sono uscita da quell’incontro felice di aver parlato con tanta semplicità di Gesù. Un dono, un’esperienza che trova appoggio nella perseveranza, anche quando non ne ho voglia , al mio cammino di fede: il Rinnovamento nello Spirito. Per altri ci sono altri cammini.

Frequentare un cammino in maniera seria e/o una formazione settimanale ci aiuta a innamorarci di più di Cristo nella nostra carne e nel nostro quotidiano anche nella difficoltà e di riflesso a parlare con gioia di questo grandissimo Compagno di vita che si chiama Dio.

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