Don Matteo Gattafoni, il nuovo direttore dell’Ufficio Catechistico della diocesi di Chieti-Vasto

In questi giorni un po’ tutte le parrocchie sono in movimento per la ripresa delle attività in preparazione al ricevimento della prima comunione e del sacramento della cresima. Attività queste che segnano anche la ripresa dell’anno pastorale. Nella diocesi di Chieti Vasto, l’arci-vescovo Bruno Forte nella definizione del nuovo organigramma degli uffici diocesani, l’8 settembre 2024 ha nominato don Andrea Gattafoni (nella foto in copertina) nuovo direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano. Don Matteo prende le consegne di don Gilberto Ruzzi (nella foto a lato), attuale direttore dell’Ufficio Catechistico delle regioni Abruzzo e Molise.

Cogliere i segni dei tempi è la grande sfida di ogni ufficio catechistico a ogni livello locale, diocesano, regionale e nazionale. Si tratta di uscire dall’ottica del “si è sempre fatto così” ed entrare nella logica creativa dello Spirito Santo.

Prima bastava alimentare una fede popolare e devozionale, l’uomo di oggi ha bisogno di conoscere Dio in maniera profonda e chi più dell’ufficio catechistico può trainare la Chiesa a questo annuncio kerigmatico della Buona Novella?

Nella maggior parte dei casi il tempo della catechesi è circoscritta a un tempo definito: gli anni di preparazione alla prima comunione e per chi ci arriva ai pochi mesi di incontri di preparazione alla cresima. Eventi che divengono spesso una sorta di punto di addio (o se tutto va bene un arrivederci al prossimo sacramento) a Cristo.

È auspicabile un vero cambio di rotta e che porti la Chiesa a proporre un progetto di evangelizzazione che punta in alto, che inizi nei primi anni di vita e si concluda in tardissima età senza interruzione e volta a coinvolgere l’intera famiglia.

Come al tempo di san Francesco, oggi più che mai il mondo chiede un ritorno della Chiesa alla semplicità e alla essenzialità del messaggio evangelico.

Un percorso catechetico che possa accompagnare la persona in ogni fase della sua vita, in totale adesione a Santa Madre Chiesa e riesca a mettersi in ascolto anche delle esigenze/desideri e sogni dell’uomo di oggi. Educare tutti non a vivere la fede da semplici spettatori di liturgie ma come membra viva annunciatori e testimoni delle meraviglie che Dio compie nel loro quotidiano e in quello di ogni uomo. Non si potrebbe pensare ad esempio di far diventare le prime comunioni e le cresime, anziché degli eventi mondani, dei semplici eventi domenicali della comunità parrocchiale da vivere anche in piccolissimi gruppi e con gli abiti comuni della festa per dare valore alla straordinarietà di ogni messa? L’abito della prima comunione non è forse uno stereotipo arricchito di pathos umano? Questo per dare dare un messaggio: in ogni celebrazione eucaristica avviene il miracolo eucaristico; non c’è una celebrazione che possa valere meno o più di un ‘altra e a prescindere di chi celebra e di dove si celebra. Ad ogni celebrazione dovremmo avere la consapevolezza che stiamo partecipando a una grandissima festa che collega cielo e terra nel vero senso della “Parola”

Molti potrebbero obiettare: ma tutto l’entourage economico che ruota dietro a questi eventi? Dio di sicuro provvede loro ma la vera ragion d’essere della Chiesa non è quella di preoccuparsi di creare delle occasioni di lavoro/guadagno per alcune categorie di persone bensì quello di dare all’uomo il Pane vivo che viene dal cielo.

Un comitato di evangelizzazione che non si spaventi del fatto che all’inizio possano rispondere a questa chiamata solo pochissime persone, potrebbe diventare uno degli strumenti per intraprendere un cammino simile. Tornare a invocare lo Spirito Santo e lasciarsi guidare in ogni fase in questo cambio di rotta: riunioni di catechisti non fatte per parlare solo del libro da proporre, date e/o altri dato irganizzativi…ma riunioni che acquisiscono lo stile del metodo di brainstorming per generare idee nuove e soluzioni comunitarie, innovative e creative per parlare di Cristo ai bambini e alle loro famiglie.

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