“Perché fate tanto strepito e piangete?”
Commento al Vangelo di don Pieralbert D’Alessandro
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Due gesti decisivi di Gesù di fronte all’estrema miseria umana, si intrecciano nel racconto evangelico di oggi: una donna malata, impura e una giovinetta ormai morta. La donna che soffriva d’una perdita di sangue da dodici anni, aveva un’altra più grave menomazione sociale, quella dell’impurità secondo la Legge ebraica. Era, quindi severamente vietato ogni contatto umano con lei.
Ma ecco, è proprio da un contatto, quello del mantello di Gesù, che rinasce in lei la salute e la speranza di una vita normale. “E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla”, non voleva che tutto si esaurisse in un atto miracoloso. Allora egli cerca la donna, la quale tremante si gettò ai suoi piedi, dicendogli “tutta la verità”. Ed è proprio a questo punto che Gesù le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male“. Passiamo al secondo episodio.
La notizia della morte della giovinetta sembra mettere fine alla speranza della guarigione. Ma Gesù, rivolgendosi al padre addolorato, gli chiede di “continuare ad aver fede”. Attraverso Gesù, Dio vuole cambiare la faccia del mondo e dare una risposta insperata alle vere e tante attese degli uomini.
Ma lo fa in modo semplice, attraverso un rapporto che nasce dall’amore, dalla compassione, e attende, da noi una risposta che esprima una fiducia a tutta prova. Gesù prende la fanciulla per mano, – facendo tacere tutto quel chiasso di spregevole opposizione che si era levato e si leva davanti alla silenziosa azione di Dio – e le dice semplicemente: “Alzati!” In quel gesto e in quella parola noi possiamo riconoscere l’opera di Dio dalla Creazione fino alla fine dei secoli, quando su ognuno e su tutti, sentiremo “svègliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà”.
Questi due racconti ci richiamano verso una fede pura e totale, fiduciosa solo nel Dio della vita. Da imperfetta come quella della donna, persino disperata come quella di Giaìro, la fede può crescere e suscitare eventi di vita. Questi nascono sempre dall’incontro tra la forza risanatrice che viene da Dio e la fiducia di chi gli si affida.