Il Signore viene in ogni momento: la vita non è altro che un incontro continuo con Lui che viene
(Commento al Vangelo di don Pieralbert D’Alessandro)
La vita è un incontro continuo con Dio che viene, perché in ogni momento egli mi chiede di riappropriarmi dei miei doni, di viverli fino in fondo.
In questa prima tappa dell’avvento iniziamo l’anno liturgico che come vedremo inizia e si conclude con un richiamo alla vigilanza.
Vegliare vuol dire riconciliarci col Signore che ci ha dato tutto e che ci ha messo in realtà stupende e ci ha resi presenti alla storia, quindi l’esistenza diventa gioiosa perché seria, perché impegnata.
Egli viene in ogni momento: la vita non è altro che un incontro continuo con Lui che viene, perché in ogni momento egli mi chiede di uscire da me, di riappropriarmi dei miei doni, di viverli fino in fondo e di obbedire ad una realtà che mi precede.
L’esistenza cristiana non è un insieme di ricordi richiamati alla mente, ma una memoria attiva, presente, che ti lega al fatto e ti sconvolge, ti fa progredire.
Non c’è più né vecchiaia, né giovinezza, né adolescenza, sono solo momenti diversi dell’esistenza umana, tutti dominati da un’unica realtà: la giovinezza perenne che è l’inventiva dell’amore!
Il Vangelo di oggi
Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» (Mc 13, 33-37)