Ottavio Antenucci racconta la storia dell’associazione Vita e Solidarietà onlus
Il fondatore dell’associazione Vita e solidarietà è stato don Angelo Papa, un sacerdote missionario. Negli anni ’50 egli era un insegnante nei seminari di Kandy e Colombo. In queste occasioni ha avuto modo di vedere la miseria di questi posti e preso contatto con le suore missionarie che operavano lì. Dopo alcuni anni è tornato in Italia facendo servizio a Pimonte (Na) per 25 anni. Arrivato all’età della pensione si trasferì a San Salvo dove viveva il suo unico fratello e dove si mise ad aiutare i sacerdoti dell’epoca (don Raimondo e don Piero). Lui nutriva il desiderio di tornare nello Sri Lanka per aiutare le persone di quel luogo, ma si rendeva conto di non avere più le forze fisiche per affrontare quest’impresa da solo. Ciò nonostante continuava a mantenere i contatti con le suore missionarie di quei luoghi e con i suoi ex alunni.
Sparse la voce che cercava qualcuno che l’accompagnasse. Ottavio (elettricista prima dipendente della Siv e poi lavoratore autonomo) venne a sapere di questa cosa e si rese disponibile per aiutare don Angelo in questo intento. Nel 2000 raccolsero soldi per sostenere 35 bambini.
Nel gennaio 2002, finalmente, il primo viaggio nello Sri Lanka. Il toccare con mano la povertà di quei posti ha dato a Ottavio il desiderio di aiutare quelle persone con tutto se stesso. In quell’occasione don Angelo ebbe modo di rivedere la suora superiora della Missione (madre Diletta) e quattro suoi ex alunni che avevano fatto ‘carriera’. Tre erano diventati vescovi e l’altro Demel (a parere di Ottavio) aveva fatto qualcosa di più importante: aveva costruito una casa di accoglienza per i poveri di Colombo.
Appena tornati in Italia (nel marzo 2002) don Angelo con l’aiuto di Ottavio ha istituito un associazione, stilato uno statuto ed inviato questi documenti all’Aquila per il riconoscimento come associazione ONLUS.
Nel 2003 don Angelo Papa raggiunge la casa del Padre e Ottavio si è rimboccato letteralmente le mani per continuare ad aiutare quelle persone povere dello Sri Lanka.
Dopo due anni (ottobre 2004) di operato come Onlus egli ha provveduto ad iscrivere l’associazione nel registro regionale delle Onlus così come prevedeva la normativa dell’epoca.
Nel 2009 la sfera di azione dell’associazione si è estesa anche al Congo su richiesta delle stesse suore dello Sri Lanka che avevano aperto lì una nuova missione. Nel Congo c’era e c’è una volontà politica di mantenere la maggior parte della popolazione in uno stato di povertà: l’80% della stessa (si consideri che qui vivono 8.000.000 di abitanti) vive nelle baraccopoli e lo stato non riconosce due diritti fondamentali dell’uomo ossia l’istruzione e la sanità (sono questi privilegi dei più ricchi). Una vita nelle foreste assicurerebbe la sopravvivenza con l’agricoltura e la caccia. Invece in quelle baracche la povertà è assoluta.
Tanti i progetti realizzati (ne parleremo in una prossima occasione) quelli sicuramente più emblematici che delinea lo spirito con cui questa associazione opera sono: l’apertura di scuole di taglio e cucito prima finanziate dall’associazione (retribuzioni a insegnanti, acquisti delle macchine da cucire regalate poi alle più brave e così via) e poi in grado di autofinanziarsi per creare un occasione di lavoro ai partecipanti; realizzazione di dispensari, scuole e doposcuole, pozzi per attingere acqua. L’associazione non aiuta i poveri dandogli ‘il pane ma i semi, l’acqua e la zappa per produrre da soli il pane’.
Personalmente ho conosciuto Ottavio proprio grazie a questa associazione e da lui ho imparato una cosa molto importante: «Ogni uomo può fare tutto quello che può fare un altro uomo». Della serie volere è potere. Dire «questa cosa non la so fare è solo porsi un autolimite». Occorre avere un atteggiamento della serie: «fammi almeno provare». Per fare solo degli esempi e per delineare chi è Ottavio basta pensare che è di professione elettricista (presta anche questo servizio quando vanno costruire scuole, dispensari e altro) ma con l’associazione ha curato tutta la parte burocratica della costituzione della Onlus (cosa non semplice; molti commercialisti anche affermati all’epoca non sapevano indirizzarlo); da autodidatta si è imparato a costruire un sito. È davvero una di quelle persone straordinarie che «non parlano bene» ma operano il bene mettendosi sempre in discussione e nel silenzio.