Una sfilata di trattori ancora capace di commuovermi e che mi riporta alla mia infanzia

Confesso che non sono una innamorata delle antiche tradizioni soprattutto quelle che riguardano gli aspetti pagani delle feste patronali. Spesso sanno di “Si è fatto sempre così” e della folla da cui Gesù fuggiva, spesso ipocrita e critica verso i dettami della Chiesa e del papa.

Torno da 5 giorni di servizio prestato per i ragazzi adolescenti nella 45° convocazione del Rinnovamento nello Spirito e che si è tenuta a Rimini. In questa esperienza ho sperimentato quanta grazia c’è nella lieta novella. Quanto sarebbe bello se le feste patronali cominciassero ad avere il profumo di annuncio!

Della festa patronale di San Salvo amo tre cose: la convivialità che si genera dalla preparazione dei tipici taralli di San Vitale e delle sagnitelle e la sfilata dei trattori, ancora capace di commuovermi perché mi riporta alla mia infanzia e alla mia adolescenza. Quando il mondo viveva il boom economico noi in casa non avevamo neanche i soldi per comprare un chilo di pane. Ciò nonostante mamma non si stancava mai di dire: “Dio provvede”.

Papà fu uno dei primi del paese a comprare un trattore, per coltivare il piccolo appezzamento di terreno della sua famiglia di origine. Lo comprò senza consultarsi prima con mamma e tornò a casa mettendola davanti al fatto compiuto. Lascio immaginare lo sgomento e la contrarietà di mamma in quel momento!  

Per papà era un onore e un orgoglio portare le cosiddette “some” (il sacco di grano caricato sul trattore) di San Vitale. Spesso e volentieri coltivavamo grano e il momento della semina (ovviamente a mano) era per lui una grande festa anche più della raccolta: c’era la speranza che da un piccolo, quasi insignificante seme poteva nascere e crescere qualcosa di grande che dava anche sostentamento alla sua famiglia. Aveva la consapevolezza che non tutto dipendeva da lui, c’era l’incognita dell’annata che mandava il buon Dio. Oltre a tutti i lavori che il campo richiedeva, era solito affacciarsi spesso per controllare che tutto fosse a posto.

Ricordo in particolare gli ultimi anni in cui papà partecipava a questi eventi: il trattore si era fatto vecchio ed era pieno di ammaccature e di ruggine. Per coprire questi segni, sovrabbondavano nastrini, fiocchi, conche di rame e tovaglie o coperte di corredo posizionate in maniera strategica, fiori di lillà e tutti gli altri tipi di fiori che amava piantare ai bordi della campagna.

Quest’anno dopo tre anni di assenze una novantina di trattori porteranno le some per la festa di San Vitale Martire.

Similar Posts