Quanto sarebbero belli i passi di una Chiesa che…
… si faccia prossima dei “tempi” della famiglia di oggi e il “lasciate che i bambini vengano a me” sia una priorità assoluta, una cartina al tornasole di una Chiesa missionaria del tempo e dello spazio che viviamo oggi.
Qual è l’identikit più comune di una famiglia di oggi?
Non c’è un giusto, o sbagliato c’è solo un presente da rispettare perché è l’adesso. Spesso lavorano entrambi i genitori, i bambini sono super impegnati non solo per gli impegni extrascolastici. Una volta la scuola iniziava nel mese di ottobre e per le 12.30 si era a casa: i bambini avevano più tempo per giocare e “stare” ( uno stare che era anche un imparare) con genitori/nonni. La didattica stessa era semplice ed essenziale. Oggi la scuola inizia a settembre e i bambini tornano a casa alle 14.00. Anche se da qualche anno il sabato non vanno a scuola hanno quasi un qualcosa da fare o un posto dove andare. Oltre ai maggiori impegni scolastici ci sono quelli extrascolastici perché lo “sport, la musica, la lingua, ..” sono diventate delle priorità del nostro tempo. Quel poco tempo che i bambini e i ragazzi hanno a disposizione lo vogliono dedicare a ciò che piace a loro: spesso e volentieri il mondo digitale.
Dove si colloca la Chiesa in questo contesto? Rispetta e si fa davvero prossima e portatore del lieto annuncio che è Via, Verità e Vita in questo “adesso”?
Può bastare un’ora sola (il sempre presente è una dinamica molto rara perché a quella età i bambini delle elementari si ammalano e spesso hanno gli impegni più disparati) di catechismo fatto in terza e quarta elementare per poterli farli innamorare di quel Cristo che ha dato la vita per loro? In quei pochi momenti pensati per loro ci si mette davvero nei loro panni, si rispettano i loro tempi, li si rende davvero protagonisti, hanno davvero modo di esprimersi o divengono le occasioni una tantum del “quanto è bello vedere tutti questi bambini in chiesa” per gli adulti e quindi tutto strutturato in modo che sia tutto perfetto? Si ripensano anche i tempi, i modi e i linguaggi delle celebrazioni dove è una priorità assoluta anche il tempo?
Quanto sarebbe bello se almeno una delle celebrazioni eucaristiche domenicali fosse tutta per loro, che duri il meno tempo possibile (massimo mezz’ora, la capacità di attenzione a quella età è molto ridotta) e dove possano sentirsi davvero coinvolti e protagonisti in ogni momento (un coro fatto solo di bambini, con bambini che suonano e possano mettere in pratica ciò che vanno a imparare durante la settimana nella scuola di musica, una chiesa addobbata con dei loro disegni, poesie, pensieri) educati al valore della del leggere bene la “Parola di Dio” perché Parola viva che può aggiungere bellezza alla loro vita. Siano loro a occuparsi di ogni cosa, questua, servire all’altare, preparare il tutto e tutto in una logica di rotazione dove tutti possano sperimentare tutto e dove possano anche emergere anche i carismi personali.