“L’Amore lo si vive e lo si dona”

(Commento al Vangelo di don Nicola Florio)

Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo

(Lc 23,35-43)

La dove c’è disordine, non c’è vita. È questa la consapevolezza che nasce da una lettura attenta dei racconti della creazione. Solo l’intervento di Dio, che mette ordine, rende possibile la vita. Ma anche nel nostro quotidiano, personale e sociale, ci rendiamo conto che l’anarchia e la mancanza di punti di riferimento stabili rendono difficile la vita.

Oggi la liturgia ci offre una possibilità di riordinamento, mettendoci di fronte a Cristo crocifisso, re d’Amore. E la domanda da cui dobbiamo partire è: chi regna nella mia vita, nel mio cuore? Da chi o da cosa mi lascio guidare? Dalle mie ragioni, dai miei sentimenti, dai miei istinti, dai miei capricci?…

E poi domandiamoci: chi regna nella vita di Cristo?

I capi dei sacerdoti deridendolo gli chiedono miracoli; i soldati deridendolo gli chiedono un segno di potenza; un malfattore disperato appeso alla croce lo insulta chiedendogli di toglierlo da quella sofferenza. E Gesù tace. Di fronte al Male che gli chiede di scendere da quella croce, Gesù tace. Perché? Perché nel suo cuore regna un’altra logica: quella dell’Amore che si dona senza riserve. E l’Amore non ha bisogno di parole: l’Amore lo si vive e lo si dona. E così Gesù è Re. Nella sua vita c’è ordine perché regna l’Amore di Dio. E per questo resta sulla croce: per dimostrarci e donarci tutto il suo Amore.

Lo intuisce l’altro malfattore che gli chiede: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno” (Lc 23,42). Quest’uomo percepisce che la croce che stanno vivendo non è l’ultima parola sulla loro storia. C’è un oltre: il Regno di Dio che lo attende. Riconosce che Gesù ne è il Re. E gli chiede di avere un posto nella sua memoria: “Ricordati di me”. Vuole una relazione e Gesù questa volta risponde. Risponde solo a lui! E cosa gli risponde? “Oggi, con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). Stare con Gesù è il nostro paradiso. Stare in comunione con Lui è fonte di pace e di gioia.

San Paolo afferma: “Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo” (2Tm 2,11-12).

Quando la croce diventa la strada del Paradiso? Quando si sta con Cristo. Cristo non è il Messia che toglie la croce; Cristo non è il re che spadroneggia, non dà soluzioni dalla sofferenza ma nella sofferenza. Cristo non è venuto nel mondo per risolvere i nostri problemi. Cristo è venuto per orientare tutta la nostra vita al Padre. E proprio questo orientamento dà ordine alla nostra vita: ci aiuta a capire che c’è qualcos’altro che ci attende, qualcosa che durerà per sempre: la relazione con Dio. E Cristo ci apre la strada: trasforma la croce in via per arrivare al Padre. Questo è il suo vero potere!

Don Nicola Florio

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