“Rallegratevi sempre nel Signore”
(Commento al Vangelo di don Nicola Florio)
Questa terza domenica di Avvento è definita dalla tradizione la domenica della gioia. L’antifona di ingresso della liturgia ci invita proprio a questo: “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. È vicino perché il Natale è alle porte, ma certamente la nostra gioia non è legata solo alla celebrazione di un evento, quanto alla costante vicinanza del Signore nella nostra vita. Le letture bibliche ci indicano contenuto e modalità della gioia cristiana.
Gioia perché Dio viene a salvarci e si prende cura di tutto l’uomo e di tutte le sue ferite, aprendo una nuova strada di salvezza (prima lettura: Is 35,1-6.8.10).
Gioia perché la venuta del Signore è certa, e non ci deve essere né impazienza, né atteggiamento passivo e silenzioso, né dobbiamo lasciare spazio alle lamentele; bensì ci deve essere uno stile carico di carità e operosità (seconda lettura: Gc 5,7-10).
Gioia perché, nonostante i dubbi il Signore conferma chi, come il Battista, con passione e fedeltà si adopera per lui (vangelo: Mt 11,2-11). Una cosa però deve essere chiara: il Signore viene a modo suo, non secondo le nostre parziali visioni e aspettative. Il Signore ci sorprende sempre! E proprio su questo vogliamo soffermarci a riflettere insieme.
Giovanni ha dei dubbi riguardo a Gesù; Gesù non è come lui se lo immaginava. Giovanni ha annunciato uno che veniva a fare giustizia, e su questo annuncio aveva scommesso tutta la sua vita. Ora che è in carcere a causa della stessa giustizia, gli riferiscono che Gesù è misericordioso e perdona, che mangia con i peccatori e addirittura ha scelto un pubblicano per farne uno dei suoi più stretti collaboratori. La predicazione di Giovanni ruotava intorno al giudizio, quella di Gesù attorno alla salvezza. Più precisamente: per Giovanni la salvezza viene dopo il giudizio, mentre per Gesù il giudizio viene dopo la salvezza: c’è prima il dono di grazia che può cambiarti la vita, e poi l’esigenza di conformarsi ad esso. Gesù è un Dio che non brucia i peccatori, come annunciava il Battista, ma siede a tavola con loro per dare una nuova opportunità di vita. Di fronte a questo dono di grazia, accolto o rifiutato, ci sarà il giudizio sulla nostra vita.
Da questo diverso atteggiamento sorgono i dubbi nel cuore di Giovanni: si è sbagliato o ha visto giusto riguardo a Gesù? È lui il Messia, o bisogna aspettarne un altro? Se Giovanni si è sbagliato, vorrebbe dire aver buttato via inutilmente la propria esistenza. Quanto siamo simili a Giovanni! Quante volte ci capita di avere gli stessi dubbi, soprattutto quanto ci impegniamo tanto nella vita cristiana e ci sembra di non avere segni o risposte. Perseveriamo dietro al Vangelo o cerchiamo altrove?
La risposta di Gesù non si fa attendere. Al profeta chiede di fidarsi di lui. È vero: Gesù sa di essere diverso da quello che Giovanni aveva in mente; l’Inviato di Dio è una sorpresa, ma è una bella sorpresa. Fidati di Lui e cerca di vedere i segni della sua presenza nella tua e altrui vita. Gesù fa riferimento a sei opere dell’azione messianica: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono purificati, i sordi sentono, i morti risuscitano, i poveri sono raggiunti dal messaggio di salvezza del Vangelo. In altre parole Gesù dice che le sue opere sono l’adempimento dell’attesa dell’Antico Testamento e corrispondono alla totale reintegrazione dell’uomo. Dio vuole la salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
È vero: per qualche cieco guarito, legioni di altri sono rimasti nella notte; nessun deserto si è coperto di gigli, anzi, il deserto con i suoi veleni sembra espandersi e corrodere i gigli della terra. Ma noi sappiamo che la salvezza di Cristo è questione di lievito, di un pizzico di lievito nella pasta!
Gesù è venuto a darci l’esempio, perché anche noi ne seguiamo le orme. Gesù è l’iniziatore di una nuova umanità e sarà Lui a portarla alla pienezza ma, nel frattempo, chiede a noi di essere suoi stretti collaboratori. Le sei opere elencate da Gesù sono l’inizio di un’azione dove le mani di Dio si confondono con le nostre mani ogni volta che siamo capaci di compiere i miracoli dell’amore. Ci sono uomini e donne capaci di questi miracoli; ce ne sono tanti e possiamo farlo anche noi: e questa sarà la nostra gioia, quella vera!
don Nicola Florio