“Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro”
Commento al Vangelo di don Simone Calabria
Oggi ricorre la Chiesa festeggia i nonni e gli anziani.
Le letture appena ascoltate presentano il tema della fede in Dio e l’atteggiamento da tenere verso di Lui.
“In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”. Tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione: aumenta, rinsalda, è così poca, così fragile.
La fede non è un “pacco-dono” che arriva da fuori, è la mia risposta ai tanti doni di Dio, al suo corteggiamento amoroso.
La fede è sempre comunione con Dio, è riconoscere una Persona (Gesù) a cui affidare tutta la nostra vita. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere sempre di più. Proviamo anche noi a ripeterla ogni giorno: “Signore, accresci in noi la fede!”. E il Signore che cosa ci risponde?: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe”. Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così piccola, vera, sincera, per cambiare il cuore, per fare grandi cose, cose impossibili, impensabili (“che un albero di gelso si sradichi dal suolo e si radichi nel mare”). Ed è proprio vero! Dobbiamo tornare ad essere “piccoli” per riconoscere il proprio limite e la propria fragilità, umiltà, per aver fede in Dio. Come dice S. Giacomo: “Non mescoliamo la nostra fede a favoritismi personali”. Tutti noi conosciamo persone semplici, umili, ma con una grande fede. Pensiamo, per esempio, ai nostri genitori che affrontano situazioni molto pesanti ogni giorno, ai nonni che anche nella fede, con la loro umanità, semplicità e costanza, sopperiscono a troppi genitori disorientati e frettolosi, insegnando i valori cristiani, che s’inventano strumenti per risolvere qualsiasi problema, o a persone malate, anche gravi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare.
Queste persone, proprio per la loro grande fede, non si vantano di ciò che fanno, anzi, come Gesù dicono: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
In questo mese di ottobre, che è dedicato in particolare alle missioni, pensiamo a tanti missionari del mondo, che per portare il Vangelo hanno superato tante difficoltà, hanno dato, veramente con il cuore, la vita.
Come dice S. Paolo a Timoteo nella IIa Lettura: “Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo”. Questo però riguarda tutti: ognuno di noi, nella propria vita quotidiana, può dare testimonianza a Cristo, con la forza della fede e con questa forza essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza, con tanta misericordia…e non lasciandoci guidare dalla cattiveria, dal giudizio, dalla critica.
E come attingiamo questa forza? La attingiamo solo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede, è il dialogo tra noi e Dio.
Ottobre è anche il mese del S. Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo, anche noi, a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede! L’uomo di fede si fida totalmente di Dio e permette a Dio di manifestare la sua potenza. Allora, non dobbiamo vergognarci della testimonianza da rendere al Signore, ma dobbiamo soffrire insieme a Lui per il Vangelo. Amen.