“L’amore finto”
Commento al Vangelo di don Pieralbert D’Alessandro
Sembra che in questo brano del vangelo Gesù dia consigli di buon comportamento, di “bon ton” a tavola. È chiaro che non è così.
Gesù ci vuole invece far capire che IL SUO MESSAGGIO VA INCARNATO NELLA CONCRETEZZA DELLA VITA quotidiana, anche nelle piccole cose, nei dettagli.
Infatti IL VANGELO DEVE DIVENTARE UNO STILE DI VITA, un modo di pensare e di essere, una mentalità che diventa atteggiamento, comportamento.Gesù rimprovera le persone che scelgono i primi posti, che invitano solo chi può ricambiare.
In termini provocatori li potremmo definire criteri un po’ “mafiosi”, criteri di interesse personale, che mirano ad ottenere vantaggi per sé. IL VANGELO È TUTTO PER UN AMORE DISINTERESSATO, GRATUITO, come ricorda S. Paolo nel suo famoso “inno all’amore”: “la carità…non cerca il proprio interesse” (1Corinzi, 13, 4).
Per questo DIO è capace di rivolgersi VERSO I POVERI, verso coloro che non hanno niente e verso chi non ha niente da dare in cambio: PERCHÉ IL SUO AMORE È GRATUITO, cioè assolutamente libero e non condizionato dalla nostra gratitudine e dalla nostra risposta. Questo brano del vangelo propone una felicità per tutti, ma che nella nostra esperienza si realizza molto poco perché è scomoda: ci impegna infatti a condividere anziché accumulare, a servire anziché dominare e usare gli altri a nostro vantaggio.
Il vangelo paragona il Paradiso a un banchetto, a uno stare a tavola con Dio.
Ma l’egoista facilmente esclude dal banchetto perché è tutto concentrato su se stesso e sul suo appagamento.Il banchetto a cui Gesù ci invita a partecipare è uno strano banchetto, in cui DOBBIAMO FARCI PANE SPEZZATO COME LUI: dobbiamo cioè spezzare il pane della nostra vita con gli altri e farci pane come lui per gli altri.
Chi vuole tenere tutto per sé, chi non vuole condividere non può prendere parte a questo banchetto perché si auto esclude da sé: è l’egoismo a escludere l’amore.