Presepe: occasione per ridare speranza ai carcerati di Vasto
La rappresentazione della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo attraverso il presepe è un immagine che sa parlare un linguaggio universale a tutti al di là del proprio credo, razza, sesso e/o condizione sociale o culturale.
Contemplando la nascita di Gesù si contempla anche la vita umana e di riflesso diventa l’occasione per provare a fare un fermo immagine e tornare al momento in cui noi siamo nati. Un fermo immagine che può aiutare a guardare anche se stessi con grande tenerezza, la stessa che si prova quando si ha l’occasione di vedere un bambino appena nato. È un progetto di vita ancora da scrivere dove nulla è già perduto!
E tutto questo hanno vissuto in pieno alla Casa Circondariale di Vasto partendo dalla passione per i presepi di Luigi Maione, un operatore della struttura, che ha proposto di realizzarne uno in sede. L’idea del “laboratorio presepe” è stato accolto con grande entusiasmo dal suo collega Lucio Di Blasio e dal direttore Giuseppina Ruggero.
Di materia prima ne avevano ben poco (pezzi di presepi conservati e/ realizzati da Luigi e diversi elementi di riciclo) ma erano ricchi dell’umanità che caratterizza questo luogo di errori ma anche di sofferenza. Nella realizzazione di questo elemento di grande speranza hanno contribuito tanti ospiti della struttura.
“Zio Luigi (appellativo con cui i carcerati si rivolgono a Maione) ci mettiamo il Vesuvio, …ci mettiamo il mare, …coloriamo di questo colore, ci mettiamo questa musica….“. E così il presepe ha acquisito la connotazione di un pezzo di vita di tutti coloro che hanno contribuito a realizzarlo ed è divenuta l’immagine della bellezza della nascita di ciascuno e di una nuova speranza da cui poler ripartire a costruire qualcosa di nuovo e più bello.