I santi sono persone in carne e ossa, tutti siamo chiamati a seguirne l’esempio
(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)
“Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino” (Papa Benedetto XVI, Enc. Deus caritas est, 42).
La solennità di Tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a meditare sulla pienezza della vita divina che ci attende. “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” (cfr. IIa Lettura): con queste parole l’apostolo Giovanni ci assicura la nostra profonda unione con Dio, come pure la certezza del nostro destino: essere beati, felici. Come figli amati, perciò, riceviamo anche la grazia per sopportare le prove di questa esistenza terrena – la fame e sete di giustizia, le incomprensioni, le cattiverie, la gelosia, e, nello stesso tempo, ereditiamo fin da ora la vera gioia.
Gesù, con le Beatitudini, ci invita a seguirlo, a percorrere con Lui la via dell’amore, la sola che conduce alla vita eterna. Non è una strada facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia e che non ci lascia mai soli. Tante prove, difficoltà, sono presenti nella nostra vita. Ma se apriamo la porta a Gesù, se Lo lasciamo entrare nel nostro cuore, sperimenteremo una pace e una gioia che solo Lui, può dare. Gesù chiama ciascuno di noi a rispondere alla sua chiamata: “Siate santi, perché io sono santo”.
“Per essere santi, dice Papa Francesco, non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove ci si trova.
Vorrei farvi conoscere la vita di Sandra Sabattini, nata a Riccione il 19.08.1961, che il 24.10.2021 Papa Francesco ha proclamato beata, riconoscendo in lei la pratica delle virtù cristiane vissute in modo eroico. Il suo carattere schivo e la mancanza di ogni protagonismo ha fatto sì che la sua grandezza spirituale sia stata scoperta solo dopo la sua morte, avvenuta a quasi 23 anni il 2 maggio 1984 a Bologna, dopo essere stata investita da un’auto mentre si recava ad un incontro della Comunità Papa XXIII di cui faceva parte.
In famiglia la piccola Sandra aveva respirato l’aria di generosità, essenzialità, rettitudine, preghiera. La sua vita si era configurata intensa fin dall’infanzia nella direzione di una santità vissuta nel quotidiano, nella tensione a vivere l’evangelica purezza di cuore e la carità ardente nel nascondimento e nell’umiltà.
Fin da piccolissima mostrava predisposizione alla preghiera, per una connaturale sete di contatto con il Signore, che molte volte la portava, nelle prime ore del mattino o talora anche la notte, in adorazione davanti al tabernacolo, e in seguito a meditare la Parola di Dio, alla recita della liturgia delle ore e del santo rosario. Però lei non relegava Dio a quei soli momenti della giornata, lo respirava sempre, non terminava mai un discorso senza nominare Gesù; si allenava, così, a non riservare niente per sé e a mettere ogni cosa nelle mani di Lui.
Il perdersi in Dio non alienava Sandra dall’immergersi nel sociale, nel servizio agli ultimi, ai poveri, agli emarginati. Sandra, parlava con i fatti, perché sapeva che ciò che era davvero importante era amare profondamente tutti coloro che il Signore metteva sulla sua strada e nella sua persona cercava di “ristabilire la giustizia” vivendo nella frugalità nel vestire, nel mangiare e nel parlare; lei preferiva il silenzio alle parole.
È proprio il vivere la vita quotidiana fino in fondo che rende il messaggio di Sandra proponibile a tutti, in particolare ha molto da offrire soprattutto ai ragazzi di oggi. A loro propone un modello di ‘giovane’ non superficiale, che non cerca gratificazione in varie esperienze di piacere né desidera la propria autoaffermazione; a chi si affaccia alla vita propone equilibrio e maturità, la sua capacità decisionale, la sua forte volontà, la capacità di discernere e valutare le realtà. Sandra è stata capace di programmare la sua vita, che concepiva come un dono da spendere a beneficio dei bisognosi; lontana dall’egocentrismo, mostra a tutti la capacità di dimenticarsi generosamente, per offrire ai fratelli le sue energie, la sua intelligenza, il suo entusiasmo, insieme alla serenità e alla voglia di vivere. In una società che invita a cedere al piacere, propone la responsabilità di testimoniare Gesù con la vita, sul cui senso si interrogava, pensando con insistenza anche alla morte. Sandra mostra una energia intensa sostenuta dalla pace e dalla gioia del cuore; in ultima analisi, ha da proporre una vita fatta dono di sé.
I Santi sono nostri amici: amici non degli esseri inarrivabili e di un altro pianeta, ma gente di carne ed ossa come noi, familiari con la fatica, gli errori e le debolezze di ogni giorno. Sono amici e compagni di viaggio, di un viaggio drammatico ed esaltante. Uomini, perciò peccatori come noi!
Carissimi, questa è la santità, come afferma Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate”, “della porta accanto”, di quelli che vivono accanto a noi e sono un riflesso della presenza di Dio.
Ma allora dove sta la grandezza dei Santi, se la loro umanità è perfettamente identica alla nostra?
La forza, la grandezza dei Santi, in particolare di S. Silverio, è questa certezza invincibile: di essere amati e perdonati. Amen.