Sabato a San Salvo la prima festa in onore della Madonna Addolorata
SAN SALVO. Sabato 21 settembre la comunità di fedeli sansalvesi, animata dal Comitato Festa di San Pio, venererà la Vergine Addolorata presso la parrocchia di San Nicola Vescovo.
Questo il programma:
- ore 18 preghiera del Rosario
- ore 18.30 Santa Messa solenne nella chiesa dell’Addolorata.
A seguire la Processione, con la statua dell’Addolorata; il corteo sarà animato dalla banda della Città di San Salvo.
Per i credenti, una delle peculiarità per eccellenza che rendono la Madre di Gesù, il Figlio di Dio, così popolare e venerata è senza ombra di dubbio la sua umanità. Nonostante la sua Immacolata Concezione, che l’ha preservata dal peccato fin dal primo istante della sua esistenza, Maria è e rimane prima di tutto una donna in carne e ossa con le stesse gioie, fatiche e dolori e di una qualsiasi altra mamma. L’ultimo e più grande tra i dolori affrontati nella sua vita è stata l’immane sofferenza della perdita di suo figlio, in modo tanto atroce. Un dolore per il quale la si conosce anche come Madonna Addolorata.
La statua oggetto di venerazione, è custodita nell’antica chiesa in Corso Garibaldi che dal 30 maggio scorso è stata intitolata appunto alla Madonna Addolorata. L’immagine è stata commissionata dal parroco don Beniamino Di Renzo, con la partecipazione fattiva di tanti fedeli, all’artista di Cerignola Michele Divito, ed è stata “tenuta a battesimo” dalle mamme dell’associazione “I nostri Angeli” il 10 marzo 2019. É realizzata in stile settecentesco napoletano, i segni che la caratterizzano sono il fazzoletto in mano, il vestito nero del lutto e il cuore trafitto dalla spada del dolore. Il volto è inclinato e rivolto a cielo, quasi in segno di richiesta di aiuto, occhi grandi, bocca piccola e semiaperta da cui traspare la dentatura.
La devozione alla Vergine Addolorata si è sviluppata a partire dalla fine dell’XIII secolo. Ma fu Papa Pio VII nel 1814 a introdurla nel calendario liturgico romano fissandola al 15 settembre. La figura della Madre dei dolori che soffre per la Passione del Figlio ha dato origine a numerose rappresentazioni nell’arte, nella musica sacra e nella pietà popolare.
“Soffermarci a ricordare e venerare Maria ai piedi della Croce ci aiuta a comprendere come i dolori grandi e piccoli della nostra vita, vissuti in unione con Cristo, che li ha presi tutti su di sé, non diventano meno laceranti o pesanti, ma vengono illuminati dalla luce pasquale della risurrezione. Il venerdì santo, pur essendo “stazione obbligata” per la vita di tutti, se vissuto insieme al dolore di Cristo e di Maria, lascia immancabilmente posto alla domenica di Pasqua!” (Don Beniamino Di Renzo)